Erano presenti in udienza e sono
stati ammessi come parti civili i familiari di Giovanni Sala, 34
anni, morto nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2023 davanti
alla sede di Sky a Rogoredo, alla periferia sud di Milano, dopo
un intervento di due guardie giurate, imputate per omicidio
preterintenzionale.
Oggi si è aperta l'udienza preliminare, davanti alla gup
Patrizia Nobile, che dovrà decidere sulla richiesta di processo
per quell'imputazione formulata dal pm Alessandro Gobbis.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti nelle indagini della
Squadra mobile, quella notte Sala era "in evidente stato di
alterazione" e morì per arresto cardiaco, dopo essere stato
anche tenuto a terra dai vigilantes con un ginocchio sulla sua
schiena per poco più di un minuto. La Procura, dopo gli
accertamenti, aveva modificato l'accusa da omicidio colposo a
preterintenzionale.
Per il pm, in quell'azione nei confronti di Sala, i due
diedero "sfogo ad istinti violenti e inutilmente prevaricatori".
L'uomo, che aveva assunto alcol e droga, fu immobilizzato in
modo violento, quando non c'era "alcuna necessità di tutelare
persone o cose da pericoli concreti". Sala, scrive il pm, urlava
frasi sconnesse come "mi stanno inseguendo, chiamare police". Le
due guardie giurate sono difese dagli avvocati Camilla Urso e
Sandro Clementi.
Come parti civili, rappresentate dagli avvocati Andrea
Orabona e Giulia Piva, sono stati ammessi oggi i genitori, il
fratello e gli zii del 34enne, che chiedono verità e giustizia.
Sempre su richiesta dei legali è stata citata come responsabile
civile la società Italpol Vigilanza, per la quale gli imputati
lavoravano. Nella prossima udienza, il 25 marzo, ci sarà la
discussione delle parti. In caso di rinvio a giudizio per
omicidio preterintenzionale il processo si terrà in Corte
d'Assise.
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