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Il carabiniere nel Riminese, 'Fermati, vuoi proprio morire?'

Il carabiniere nel Riminese, 'Fermati, vuoi proprio morire?'

In un video frasi prima di sparare all'aggressore di Capodanno

RIMINI, 08 gennaio 2025, 12:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Fermati, ma cosa stai facendo? Fermati, basta ... ma vuoi proprio morire? Fermati per favore".
    Sarebbero - secondo quanto riporta oggi il Corriere Romagna - le grida disperate del maresciallo Luciano Masini che si sentono in un video girato col cellulare la sera di capodanno e che secondo gli inquirenti chiariscono quanto accaduto a Villa Verucchio.
    Quelle frasi Masini le urlava a squarciagola mentre indietreggiava, tentando di fermare Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, 23enne ucciso.
    Il 23enne con voce roca pronunciava invece preghiere in arabo mentre si scagliava contro le persone in strada la notte di Capodanno. Sitta ha accoltellato 4 persone, due 18enni e due anziani, prima di essere fermato e ucciso. L'autore del video degli spari, una persona presente sul posto mentre la tragedia si consumava, lo si sente commentare ciò che vede, si sente anche la sua voce che impreca con un sibilo di paura. Quel video è ora il fondamento legale della difesa (l'avvocato difensore è Tommaso Borghesi) del luogotenente dei carabinieri Masini, comandante della stazione di Verucchio. Chi l'ha visto, per primi Procura e investigatori, si sarebbe fatto l'idea che il carabiniere non avrebbe potuto comportarsi in altro modo, non avrebbe avuto scelta.
    Intanto i genitori del 23enne che vivono in Egitto, lo zio Samir Mahmud Alfar e il cugino si sono rivolti all'avvocato Alvaro Rinaldi. Per quanto riguarda il desiderio dei genitori di riavere a casa la salma del figlio, la Procura non avrebbe nulla in contrario per il rimpatrio visto che gli accertamenti autoptici sono già conclusi. Muhammad quindi presto tornerà nel piccolo villaggio alle porte del Cairo dove era nato e dove a quanto pare voleva vivere dopo un soggiorno di due anni in Italia. Arrivato irregolarmente aveva avuto la protezione di rifugiato, ed inserito con altri stranieri in un appartamento gestito dalla cooperativa il Millepiedi a Villa Verucchio. I suoi problemi psichici non erano un mistero ed era seguito da un medico che gli aveva prescritto dei farmaci.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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