Al settembre dello scorso anno
risultano iscritti all'Epap, l'Ente di previdenza
pluricategoriale (che assicura dottori agronomi e forestali,
chimici, fisici, geologi e attuari), "33.391" soggetti. E
l'obbligo di associarsi alla Cassa per tali esponenti
professionali "sorge per qualsiasi forma di attività autonoma di
libera professione in forma singola, o associata, o societaria,
senza vincolo di subordinazione, anche sotto forma di
prestazione saltuaria e/o occasionale, o collaborazione
coordinata e continuativa, svolta nei confronti dei soggetti
pubblici e privati, ancorché svolgano contemporaneamente
attività di lavoro dipendente".
A ricordarlo, questa mattina, nel corso di un'audizione nella
Commissione parlamentare per il controllo delle gestioni
pensionistiche, è stato il presidente dello stesso Ente, Stefano
Poeta, che ha colto l'occasione per evidenziare l'importanza di
sviluppare "una cultura previdenziale fin dall'avvio
dell'attività professionale, e non verso la fine", in
considerazione del sistema di calcolo della prestazione
contributivo cui la platea dei suoi iscritti è soggetta. "Tutte
le categorie sono protagoniste di crescite reddituali e di
volumi d'affari, nell'ultimo triennio", ha aggiunto la guida
dell'Epap, menzionando quelle degli attuari (dai 86.549 euro in
media dei redditi nel 2020 ai 105.992 del 2023).
Nella memoria consegnata da Poeta alla Bicamerale, poi, si legge
che "i bilanci tecnici delle singole categorie mettono in
evidenza la presenza di avanzi tecnici positivi per ciascuna di
esse e, in particolare, per gli attuari 11,93 milioni, per
agronomi e forestali 23,68 milioni, per chimici e fisici 17,81
milioni e per i geologi 84,16 milioni".
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