Dopo la richiesta di Odra Energia
S.r.l. per l'installazione di un parco eolico offshore al largo
della costa salentina, con aerogeneratori alti fino a 315 metri,
si aggiunge ora un nuovo progetto: "Messapia". L'iniziativa,
promossa da Messapia Floating Wind S.r.l., prevede la
realizzazione di un impianto eolico flottante composto da 73
turbine da 18 MW ciascuna, per una capacità totale di 1.314 MW.
L'area interessata si estende tra Tricase e le acque a
sud-est di Santa Maria di Leuca, coinvolgendo numerosi comuni
del Salento nelle opere di connessione a terra, tra cui Santa
Cesarea Terme, Otranto, Minervino di Lecce, Giuggianello,
Sanarica, Muro Leccese, Maglie, Melpignano, Corigliano
d'Otranto, Soleto, Sternatia, Lequile e Copertino.
L'annuncio ha suscitato nuove polemiche da parte delle
istituzioni locali e della cittadinanza. Michele Tenore,
Presidente del Parco Naturale Regionale "Costa Otranto - Santa
Maria di Leuca e Tricase", ha espresso un netto dissenso: "La
bellezza del Salento non può essere sacrificata per progetti che
ignorano l'identità del territorio e le esigenze delle comunità
locali. Serve una regolamentazione adeguata per tutelare tale
tratto di mare, altrimenti continueremo a subire attacchi
indiscriminati ogni volta che una multinazionale dell'energia
decide di investire. Le restrizioni sempre più rigide imposte a
terra stanno spingendo le aziende a cercare spazio in mare, con
iniziative sempre più frequenti e invasive. Non siamo contrari
alle rinnovabili, ma rifiutiamo interventi che stravolgono
l'ecosistema marino e deturpano un patrimonio paesaggistico
inestimabile".
Tenore sottolinea come anche il progetto Messapia preveda un
punto di approdo tra Porto Badisco e Santa Cesarea Terme,
un'area di straordinario valore storico e naturalistico: "Mi
chiedo se chi propone questi progetti abbia mai visto con i
propri occhi la delicatezza di questi luoghi, che la tradizione
lega allo sbarco di Enea dopo la caduta di Troia. Qui si trovano
sorgenti, grotte sottomarine e tesori archeologici come la
"Grotta dei Cervi". Come presidente del Parco, ribadisco un no
chiaro e deciso: il Salento ha già dato tanto e non può essere
ancora una volta penalizzato da interventi industriali che
calpestano il diritto delle nostre comunità a uno sviluppo
sostenibile e rispettoso dell'ambiente".
La transizione energetica, conclude Tenore, deve avvenire
con il coinvolgimento dei territori e nel rispetto del
paesaggio, senza progetti imposti dall'alto che rischiano di
compromettere irreparabilmente il mare e la costa salentina.
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