Un commento al nuovo codice
deontologico della professione giornalistica, con la spiegazione
di regole e principi: è il volume 'Giornalista di qualità' (ed.
Cacucci), scritto dal giornalista Michele Partipilo, già
direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno ed ex presidente
dell'Ordine dei Giornalisti della Puglia. Il libro è stato
presentato stasera alla presenza dell'autore e, tra gli altri,
del procuratore di Bari, Roberto Rossi.
"Ho dedicato il volume - ha detto Partipilo - a tutti quelli
che credono ancora che sia possibile essere giornalisti. Mi
piace la parola possibile perché indica una potestà, ed è lo
stesso termine che usa san Tommaso d'Acquino quando inventa la
parola virtuale. Noi oggi la usiamo in maniera spregiativa, come
se fosse un falso. Invece virtuale significa che ha la virtù per
diventare un'altra cosa. Se i giornalisti acquisiscono questa
virtù per cambiare, è possibile. Se non vogliamo cambiare ma
continuare a lavorare in maniera superficiale, affrettata, di
parte, allora non c'è speranza". Quanto all'intelligenza
artificiale, Partipilo ha evidenziato che "in realtà è un
computer che, in maniera molto più evoluta, elabora una serie di
dati. Ma quello che posso dire con certezza è che nessuna
intelligenza artificiale capirà mai se c'è e qual è una
notizia".
A Rossi è stato chiesto di commentare la cosiddetta 'legge
bavaglio', ovvero il divieto di pubblicare il testuale delle
ordinanze di custodia cautelare fino alla chiusura delle
indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare:
"C'è questa tendenza - ha detto ironizzando - ma per fortuna i
giornalisti obbediscono poco".
Poi, quanto al fatto che solo i procuratori siano autorizzati
a fornire notizie sui procedimenti penali, ha detto che si
tratta di "un atto di sfiducia nei confronti dei giornalisti,
che è servito solo a concentrare un potere nelle mani dei
procuratori, e la concentrazione del potere non è mai un bene".
Inoltre, ha evidenziato, "è stato sottratto ai giornalisti il
ruolo di selezionare la notizia, e lo si è dato ai procuratori
che non hanno questa capacità e spesso considerano marginali
cose che in realtà per i giornalisti sono fondamentali. Con
queste norme - ha concluso - la cronaca giudiziaria, uno dei
pilastri dell'informazione, si sta riducendo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA