"Possiamo escludere che sia stata compiuta una attività di dossieraggio (di qualsiasi dimensione e natura) o, comunque, che vi sia stata cessione di dati a terzi".
Passa al contrattacco la difesa di Vincenzo Coviello, l'ex bancario di Intesa Sanpaolo indagato dalla Procura di Bari per aver spiato i conti di migliaia di correntisti, compresa quelli della premier Giorgia Meloni. Gli avvocati Luigi Milani, Federico Straziota, Antonio Arzano e Domenica Lenato (Polis Avvocati), pur "comprendendo il rilevante interesse pubblico suscitato da questa vicenda", ritengono "doveroso restituirla alla sua reale dimensione" e di escludere qualsiasi attività di dossieraggio.
"Nel corso delle perquisizioni eseguite il 10 ottobre presso l'abitazione e altri locali in uso all'indagato - rivelano i difensori - non è stata rinvenuta nella disponibilità di Coviello documentazione attinente ai fatti per cui si procede".
Un fatto questo che confermerebbe quanto finora affermato da Intesa Sanpaolo e dallo stesso Coviello, ovvero che l'attività ha riguardato solo la consultazione dei conti, ma mai nessun dato è stato scaricato e, probabilmente, neppure stampato. Elementi questi già desumibili dalla lettera di contestazione disciplinare che Intesa Sanpaolo ha inviato il 4 luglio scorso a Coviello dalla quale emerge anche l'istituto di credito era consapevole che gli accessi abusivi ai conti dei clienti sarebbero stati "tali da determinare consistenti danni reputazionali e patrimoniali alla banca".
Non a caso Intesa definisce nella missiva gli accessi abusivi "gravissimi e idonei a recidere il vincolo fiduciario alla base del rapporto di lavoro subordinato", cosa che è avvenuta l'8 agosto 2024. La banca, quindi, era consapevole del fatto che se la vicenda fosse diventata di dominio pubblico avrebbe potenzialmente portato alla perdita di clienti, che l'istituto sarebbe stato probabilmente sottoposto ad accertamenti e sarebbe stato esposto a richieste di risarcimento dei danni.
Queste due ultime ipotesi si stanno verificando perché la banca è indagata per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (legge 231/2001) e perché diversi legali hanno chiesto informazioni alla Procura di Bari, che ha indagato Coviello (in concorso un ipotetico mandante da identificare, e quindi con un presunto destinatario delle informazioni) per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
I legali potrebbero costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale e/o chiedere danni in sede civile. Secondo l'accusa, dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 il 52enne di Bitonto (Bari) ed ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie (gruppo Intesa) avrebbe effettuato 6.637 accessi abusivi ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi in 679 filiali in tutta Italia. Avrebbe inoltre visionato i movimenti delle carte di credito (soffermandosi sui dettagli di alcune operazioni), le annotazioni della Centrale Rischi di Bankitalia riferite ad alcuni clienti e le loro attività finanziarie (mutui e titoli in portafoglio). Tra i conti osservati quelli della premier Giorgia Meloni e della sorella Arianna, del presidente del Senato e di alcuni ministri e personalità pubbliche.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA