L'integrazione tra sanità pubblica e
privata sia "la bussola per un complessivo ripensamento del
welfare e dell'assistenza socio-sanitaria in Italia. Un modello
universale di welfare che, attraverso la crescita dei fondi
sanitari integrativi nati all'interno dell'autonomia negoziale
dei contratti collettivi nazionali, sappia rispondere alle
specifiche esigenze delle diverse categorie di lavoratori e alla
sempre più pressante ed emergente domanda di protezione sociale
di autonomi e liberi professionisti". È il messaggio lanciato da
Confprofessioni, in Commissione Affari sociali al Senato, nel
corso di un'audizione.
Grazie al ruolo dei fondi integrativi, a giudizio del direttore
della Cassa di assistenza sanitaria degli studi professionali
(Cadiprof) Luca De Gregorio, "si snellisce il carico di lavoro e
la complessità organizzativa delle strutture della sanità
pubblica, si amplia la libertà di scelta delle cure e dei
servizi, aumenta lo spazio per gli investimenti imprenditoriali
nella sanità privata, si tutelano i più deboli e migliora la
salute dei cittadini", termina la nota della Confederazione.
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