"È impensabile non tenere conto delle
tante imprese che oggi si ritrovano nel loro cassetto fiscale i
crediti d'imposta derivanti dallo sconto in fattura applicato e
che, per effetto delle spese già sostenute in termini di
materiali e manodopera, sono carenti di liquidità, e rischiano
di non poter proseguire nella loro attività". Ad esprimersi così
il presidente dell'Associazione nazionale commercialisti (Anc)
Marco Cuchel, in merito alla situazione dei bonus edilizi, in
particolare al Superbonus, avendo già predisposto un documento
con proposte di emendamento, volte ad evitare che i soggetti
economicamente coinvolti siano pesantemente penalizzati dalle
sostanziali limitazioni previste dal Governo, e a fare in modo
che si renda possibile assicurare lo sblocco dei crediti
d'imposta incagliati. Per il sindacato dei professionisti, "è
indispensabile agevolare lo smobilizzo dei crediti d'imposta,
già presentati e accettati nel cassetto fiscale, da parte dei
cessionari, permettendo loro di utilizzare subito, senza alcun
limite temporale, la compensazione in F24", e si potrebbe
"cercare di ridurre l'impatto della misura sulla finanza
pubblica, prevede il versamento, nelle condizioni in cui si
determini un extra profitto, di una imposta sostitutiva del 3%
dei crediti smobilizzati, che permetterebbe il recupero
immediato di una entrata straordinaria per le casse dello
Stato", recita la nota. L'altra proposta dell'Anc prevede la
remissione 'in bonis', tramite "lo strumento del ravvedimento
operoso, per i contratti preliminari di vendita precedentemente
non registrati, tenendo conto anche del fatto che i contratti
preliminari non contemplano l'obbligo della registrazione",
chiude l'Associazione guidata da Cuchel.
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