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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
(Arv) Venezia 22 ott. 2024 - La consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) ha presentato oggi, a palazzo Ferro Fini, la proposta normativa, di cui è prima firmataria, “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza e delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, l'identità di genere e le variazioni nelle caratteristiche del sesso”.
Erano presenti e hanno offerto il proprio contributo alcuni rappresentanti di Arcigay, AGEDO e Famiglie Arcobaleno, nonché i consiglieri regionali Renzo Masolo (Europa Verde) ed Erika Baldin (M5S), sottoscrittori del Pdl che, come spiegato dalla prima firmataria, “vuole contrastare, a 360 gradi, ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle variazioni nelle caratteristiche del sesso, soprattutto in ambito lavorativo, sanitario e scolastico”. La proposta normativa è munita della clausola valutativa: la Giunta regionale, con cadenza annuale, dovrà presentare alla competente commissione consiliare una relazione su risultati ottenuti e sulle eventuali criticità riscontrate nell’attuazione della legge.
Elena Ostanel ha introdotto la presentazione del Pdl n. 288, chiarendo di essere “la prima firmataria di un progetto in realtà corale, legato al rispetto dei diritti civili. Il Movimento civico ‘Il Veneto che Vogliamo’ più volte ha richiamato l’attenzione proprio su questo fondamentale tema. Perché i dati di cui possiamo disporre sono molto emblematici e drammatici: in ambito lavorativo, secondo una ricerca condotta da ISTAT e UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), nel 2022, il 41, 4% delle persone intervistate ha dichiarato che essere omossessuale o bisessuale ha rappresentato uno svantaggio nel corso della propria attività lavorativa, mentre il 61,2% delle persone occupate o ex- occupate, ha riferito, in relazione all’attuale/ultimo lavoro svolto, di aver evitato di parlare della propria vita privata per tenere nascosto l’orientamento sessuale, mentre circa una persona su tre ha dichiarato di aver subito almeno un evento di discriminazione nella ricerca di lavoro”.
“A proposito di autonomia – ha aggiunto la consigliera regionale - in mancanza di una normativa nazionale che disciplini la materia, è quantomai necessaria una legge regionale, come peraltro altre regioni si sono già dotate, che ci consenta di lavorare con alcuni enti fondamentali per contrastare le discriminazioni presenti nel mondo del lavoro, ma anche in ambito scolastico, supportando i giovani che scelgono di fare coming out e che hanno bisogno di istituzioni che li ascoltino. L’impegno finanziario, di 250 mila euro l’anno, è molto esiguo rispetto a un bilancio regionale di 11 miliardi, ma ci consentirebbe di avviare specifiche iniziative, soprattutto di formazione per chi opera nel settore sanitario e lavorativo. In particolare, serve un supporto specifico per l’attività dei Centri antiviolenza dedicati alla comunità LGBTQIA+”.
“Il Presidente Zaia e la sua Giunta di Centrodestra ora sono a un bivio in tema di diritti civili – ha concluso Elena Ostanel - O scelgono di continuare a fare una politica oscurantista, oppure dimostrano di voler cambiare passo, portando celermente il nostro Pdl all’esame della competente commissione consiliare”.
Renzo Masolo (Europa Verde) ha sottoscritto e appoggiato convintamente il Progetto di legge, richiamando “l’importanza di rilanciare la Rete RE.ADY e di investire nella formazione e nell’informazione in seno al mondo della scuola e della sanità”.
Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha sottoscritto il Pdl e ha evidenziato che “la Regione del Veneto ha più volte fallito in tema di rispetto dei diritti civili, penso in particolare alla questione del fine vita. È indispensabile l’apporto della società civile che, assieme alla Magistratura, in molti casi dimostra di essere decisamente più avanti della Politica nel restare al passo dei tempi che cambiano”.
Per Chiara Cuccheri, presidente Arcigay Padova, “servono leggi che tutelino le persone che subiscono in silenzio violenze e discriminazioni sistematiche”.
Mattia Galdiolo ha illustrato l’attività portata avanti dal “Centro antidiscriminazione e antiviolenza LGBT+ ‘Mariasilvia Spolato’ di Padova, sottolineando “la necessità di garantire alla comunità LGBT+ un supporto psicologico e legale. Serve un profondo cambiamento culturale in seno alla nostra società”.
Daniela Ghiotto ha preso la parola in rappresentanza delle Famiglie Arcobaleno. “Questa proposta normativa – ha detto – rappresenta un passo in avanti verso una Regione più democratica, capace di farsi carico delle violenze che alcuni cittadini subiscono e di lottare contro gli stereotipi, costruendo un percorso di civiltà. Vogliamo che ci vengano semplicemente riconosciuti gli stessi diritti delle altre famiglie”.
Marina Melotti, presidente di AGEDO Verona, ha ricordato “il nostro impegno per aiutare genitori, parenti e amici delle persone LGBT+ nel delicato momento del coming out”.
La proposta normativa, richiamando le norme costituzionali e statutarie, stabilisce che la Regione del Veneto adotti e promuova politiche finalizzate a consentire a ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale, nonché il diritto alla propria autodeterminazione in ordine all’orientamento sessuale e all’identità di genere. La Regione dovrebbe riconoscere che ogni forma di discriminazione e violenza contro le persone in ragione del loro orientamento sessuale, dell’identità di genere e delle variazioni nelle caratteristiche del sesso costituisce una violazione dei diritti umani, della libertà di espressione, della dignità personale e della sicurezza individuale, una lesione dell’integrità e della salute psicofisica, nonché una limitazione del diritto alla piena cittadinanza e alla realizzazione di ciascun individuo in libertà e sicurezza. Tra le iniziative da adottare per perseguire le finalità della legge, si propone che la Giunta regionale aderisca a RE.A.DY, la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Per contrastare ogni forma di discriminazione, vengono avanzate proposte specifiche in tema di politiche del lavoro, formazione e riqualificazione professionale, di inserimento lavorativo, nonché iniziative volte a garantire la parità di accesso al lavoro. Inoltre, attività di formazione e aggiornamento per insegnanti, personale scolastico e genitori in materia di pari opportunità, valorizzazione delle differenze, contrasto degli stereotipi e prevenzione del bullismo e del cyberbullismo legati all’orientamento sessuale, all'identità di genere e alle variazioni nelle caratteristiche del sesso.
Altre iniziative previste, la promozione di eventi sociali e culturali di sensibilizzazione al rispetto delle persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale, nonché interventi socioassistenziali e sociosanitari per offrire informazione, consulenza e sostegno alle persone LGBTQIA+ e alle loro famiglie. La Giunta regionale sarà chiamata a promuovere il soccorso, la protezione, il sostegno e l’accoglienza alle vittime di discriminazione o di violenza, sostenendo l’apertura di rifugi e sportelli arcobaleno.
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