Giorgio de Chirico ebbe un ruolo
fondamentale nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, ma
anche un rapporto complicato. Su questo indaga la bella mostra
della Fondazione Accorsi-Ometto, a cura di Victoria
Noel-Johnson, nel centenario del Surrealismo (1924-2024),
segnato, nell'ottobre del 1924, dalla pubblicazione del
Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton. Un
legame segnato da una serie di collaborazioni professionali e di
amicizia, che si inasprì rapidamente nel corso del 2'25 con una
rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la
dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era
'morto' artisticamente nel 1918.
Sono oltre 70 le opere in mostra - aperta al pubblico da
domani al 2 marzo - tra cui una cinquantina di dipinti e opere
su carta di Giorgio de Chirico, affiancate a una ventina di
ritratti degli artisti, poeti e scrittori surrealisti,
fotografati da Man Ray e Lee Miller, tutte provenienti da
collezioni private o da importanti musei e istituzioni, come la
Gnam (Galleria Nazionale d'Arte Moderna) di Roma, il Mart (Museo
d'Arte Moderna di Rovereto e Trento) di Trento, l'Unicredit Art
Collection di Milano, la Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano,
la Casa Museo Rodolfo Siviero di Firenze, il Museo Carlo Bilotti
- Aranciera di Villa Borghese di Roma, l'Istituto Matteucci di
Viareggio, la Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck di
Roma e il Lee Miller Archives dell'East Sussex, Uk. Dalla
Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi arriva il
carteggio de Chirico - Breton (1921-1925), inclusa la lettera
del 1924, finora poco conosciuta, in cui l'artista propose di
realizzare per Breton la prima replica di un'opera del periodo
metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
La mostra, che prende in esame l'arco temporale dal 1921 al
1928, è la prima a porre l'attenzione sugli eventi intorno al
1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese.
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