Per il 34% delle persone l'intelligenza artificiale può contribuire a rafforzare l'amministrazione pubblica, ma sono ancora tanti i dubbiosi delle sue potenzialità (24%), e gli scettici sulla capacità della Pa di gestire un cambiamento del genere (20%). In ogni caso, per metà degli italiani l'IA può incidere sulla qualità dei servizi offerti, ma anche nella semplificazione del linguaggio tecnico e normativo (42%). Altri possibili usi riconosciuti: più efficienza e produttività (39%) e prevenzione frodi o truffe (33%).
È quanto emerge da Barometro Pa, l'indagine realizzata da Fpa, società di Digital360, su un campione di 500 cittadini rappresentativo della popolazione italiana, per misurare l'opinione sui processi di innovazione all'interno della Pa. Una ricerca diffusa in occasione dell'evento di presentazione del decimo Annual Report di Fpa, che racconta i principali fenomeni 2024 e le prospettive 2025 nel settore pubblico. Secondo un'analisi - a partire da uno studio Usa sull'impatto degli algoritmi nel pubblico - il 56% dei 3,3 milioni di dipendenti è "altamente esposto" all'IA. Il 13% di questi - 230.000 lavoratori - ha scarsa sinergia ed è a rischio di obsolescenza (un dato che era già stato calcolato l'anno scorso).
L'80%, invece, potrà potenzialmente beneficiare dell'integrazione dell'IA nella propria attività. Il 29% del resto dei professionisti sarà moderatamente impattato, sul 15% avrà un'influenza minima, o nulla.
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