Un alleato a tutela delle donne, ma anche un amplificatore delle discriminazioni di genere. Il mondo della politica e della scienza si interroga sulle sfide e le opportunità dell'intelligenza artificiale (IA) nella protezione e nel contrasto alla violenza contro le donne. In un evento organizzato dall'europarlamentare Giusi Princi per il gruppo Ppe, in collaborazione con il Parlamento europeo in Italia, si è discusso di come le nuove tecnologie possano contribuire a prevenire la violenza sulle donne e proteggere le vittime di violenza.
In apertura dei lavori, Princi ha evidenziato la "profonda carenza normativa" in Ue che disciplini l'uso dell'IA per combattere la violenza di genere. "Né l'AI Act né la direttiva dell'Ue sulla lotta alla violenza contro le donne - ha spiegato - riconoscono la tecnologia come strumento di prevenzione e di protezione delle donne vittime di violenza".
La vice presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, si è soffermata sull'altra faccia della medaglia dell'IA, quella dei rischi, avvertendo come la nuova tecnologia possa divenire "la nuova piazza e la nuova maschera per chi ancora pensa e tratta il genere femminile come a disposizione". L'eurodeputata Elenora Meleti, membro della Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (Femm) del Parlamento europeo, ha esortato a fare dell'intelligenza artificiale "un alleato nella lotta alla violenza di genere" ad esempio per "aiutare a sensibilizzare l'opinione pubblica", ma anche per "monitorare i segnali di violenza nelle relazioni" e prevenirne tragici sviluppi.
Una panoramica sull'intervento dell'AI Act nella tutela dei diritti fondamentali è stata fatta da Elinor Wahal, policy and legal advisor sull'IA e industria digitale alla Commissione europea. "L'IA può amplificare i casi di violenza online e di discriminazione di genere, anche inavvertitamente, riproducendo stereotipi e bias già presenti nella società" ha spiegato, evidenziando come la nuova legge europea cerchi di mitigare i rischi derivanti dall'uso dell'IA. Un esempio è quello fornito dai sistemi di IA che selezionano il personale che favoriscono, a parità di preparazione, candidati uomini in virtù di dati storici con cui sono stati addestrati i sistemi. "L'AI Act - ha detto Wahal - interviene su questo prevedendo dei requisiti sulla qualità e la rappresentatività dei dati usati per addestrare questi sistemi".
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