Creare un istituto europeo per
l'intelligenza artificiale nella scienza, elaborare elevati
standard di qualità per i sistemi di IA, sostenere modelli
pubblici di IA trasparenti. E ancora sviluppare strumenti e
tecnologie di IA specializzati per il lavoro scientifico. Sono
alcune delle raccomandazioni consegnate alla Commissione europea
e volte a facilitare l'adozione dell'IA nella ricerca e
nell'innovazione in tutta l'Ue.
Il parere, formulato dal Meccanismo di consulenza scientifica
(Sam) e richiesto nel luglio dello scorso anno dalla
vicepresidente dell'esecutivo comunitario, Margrethe Vestager,
affronta sia le opportunità che le sfide dell'uso dell'IA nella
scienza. Da un lato, l'intelligenza artificiale ha il potenziale
per rivoluzionare la scoperta scientifica, accelerare i
progressi della ricerca, stimolare l'innovazione e migliorare la
produttività dei ricercatori.
Può rafforzare la posizione dell'Ue nel settore scientifico e,
in ultima analisi, contribuire a risolvere le sfide sociali
globali. D'altro canto, presenta anche ostacoli e rischi, ad
esempio per quanto riguarda l'ottenimento di risultati
trasparenti e riproducibili, essenziali per una scienza solida
in una società aperta. Inoltre, l'efficacia di molti modelli di
IA esistenti è considerata compromessa dalla qualità dei dati
utilizzati per il loro addestramento.
"Queste raccomandazioni - è il commento di Vestager - non sono
solo concrete. Esse prendono anche in considerazione molteplici
aspetti di cui l'IA e la scienza hanno bisogno per servirci al
meglio: finanziamenti significativi, competenze, dati di alta
qualità, potenza di calcolo e, naturalmente, guardrail per
garantire che ci atteniamo ai valori in cui crediamo".
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