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In evidenza
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In collaborazione con Marche Terra del Benessere
Perché Elcito ha questo nome dal
sound vagamente spagnoleggiante? Da quando e perché viene
definito "il Tibet delle Marche"? A questa e altre gustose
curiosità, risponde la prima guida turistica pubblicata sulla
frazione del comune di San Severino Marche, "Elcito, il piccolo
Tibet delle Marche", a cura dell'architetto e pubblicista Luca
Maria Cristini, realizzato dall'editore Claudio Ciabochi per la
collana "Marche in tasca". Un volume che esalta il valore
storico, naturalistico e antropologico di questi ambienti, a
partire dall'Abbazia di Valfucina, antichissimo e potente
insediamento monastico di cui restano solo poche testimonianze e
da Elcito, castello inespugnabile, sorto a difesa del monastero
nel punto strategico di dominio della vallata.
C'è spazio anche per il Canfaito, pianoro a quota 1.100
metri, con la sua faggeta e per la Riserva Naturale Regionale
del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, istituita per
preservare la biodiversità che caratterizza questi luoghi.
Tante le notizie sfiziose che la guida svela. Se sul nome
Elcito è caduto da tempo il mistero, derivando questo da "Elce",
nome arcaico del Leccio, e se molti possono ricordare la
performance dei monaci tibetani che nel 2001 scesero nella
piazzetta dal monte la Pereta, forse non tutti sanno che nel
secolo XIX, il 16 agosto, giorno del patrono San Rocco, nella
piazzetta di Elcito si teneva la curiosa "Fiera dei Garzoni",
che richiamava partecipanti da tutto il circondario. I ragazzi
in età da lavoro si proponevano in quell'occasione come aiutanti
nella pastorizia o nell'agricoltura, a seconda delle proprie
attitudini, rivelate dal tipo di bastone che recavano quel
giorno in mano.
Leggendo il volume si impara poi tutto anche sul cabreo del
'700, rinvenuto di recente nell'Archivio diocesano di
Sanseverino, che aiuta a scoprire l'antica viabilità dell'area,
le sorgenti, i toponimi antichi ancora oggi in uso e testimonia
come l'attuale Comunanza agraria di Elcito esista da oltre
settecento anni, amministrando ancora oggi le medesime proprietà
fondiarie; o si scopre la posizione della torre del castello,
esistente agli inizi dell'Ottocento e demolita prima della fine
di quel secolo, o ancora che sul Canfaito, noto per il suo
colorato foliage, si trova il faggio più vecchio delle Marche,
il cosiddetto "Patriarca".
Tra le altre curiosità che la guida svela, ci sono le vicende
che hanno riguardato l'erezione della Croce del Monte San Vicino
e che la vetta del monte è un preciso riferimento, un turning
point, per il volo a vista degli aerei militari. La
presentazione dello volume, di 192 pagine, è firmata da Denis
Cingolani, presidente dell'Unione Montana Potenza Esino Musone,
organo di gestione della Riserva Naturale Regionale del Monte
San Vicino e del Monte Canfaito che ha finanziato il progetto
editoriale.
In collaborazione con Marche Terra del Benessere
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