"La famiglia ci contava molto sullo
svuotamento della diga, sarebbe stata una potenziale risposta e
persino un epilogo di questa vicenda" dice Elena Fabbri, legale
rappresentante della famiglia di Riccardo Branchini, commentando
la decisione di non svuotare la diga del Furlo, per consentire
ulteriori ricerche del giovane di 19 anni scomparso qualche
settimana fa nei pressi della diga del Furlo.
"Comprendiamo che la decisione è stata presa perché lo
svuotamento totale risulta impossibile e per motivi riguardanti
la sicurezza degli operatori stessi - afferma l'avvocato - la
famiglia è ovviamente dispiaciuta, perché sta cercando delle
risposte ed ora sta vivendo senza sapere dove si trovi il loro
figlio. Certo è che ci contavano su una risposta positiva da
parte della prefettura ma al momento lo svuotamento non risulta
possibile". La famiglia non ha perso le speranze di trovare il
figlio augurandosi che sia lui stesso a farsi sentire e non
demordono dalla ricerca del giovane.
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