Quando si parla di investimenti sul
personale sanitario "non ci si deve limtare a due professioni,
medici e infermieri", perchè la galassia della sanità è fatta di
diverse professioni "e le liste di attesa si abbattono anche
coinvolgendo e investendo sulle altre professioni". Ne è
convinta Teresa Calandra presidente della Federazione nazionale
delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione,
della prevenzione (Fno-Tsrm e Pstrp) oggi ad Ancona agli "Stati
generali delle professioni della salute" nell'ambito delle
iniziative Extra G7 Salute.
Calandra segnala che "non mancano solo medici e infermieri,
e paradossalmente una grossa parte di attività dovrebbe essere
svolta "da altre proffessioni che attualmente nel sistema non ci
sono". Tra questi i tecnici di radiologia, una delle professioni
di area tecnica. "Invece si continua a dire che le liste di
attesa possono essre abbattute incrementando il numero di medici
e infermiere. E' messaggio distorto".
Ma le professioni devono essere valorizzate "attraverso una
maggiore autonomia e responsabilità, invece si continua a
pensare che professioni laureate debbano continuare a svolgere
un ruolo ancillare". Il riferimento è alla sanità digitale che
ci aiuta a portare la sanità a domicilio, nel territorio. "Le
professioni sono tutte laureata, hanno nei loro profili
l'autonomia, hanno la responsabilità delle attività che svolgono
"e bisogna riconoscerlo. Uscire da una logica di sanità
medico-centrica. E' un concetto da scardinare, non da noi ma
all'interno dei territori dove già i nostri professionisti
operano". Calandra pensa "ai contesti dove già operiamo in modo
autonomo, penso alla telemedicina, teleradiologia,
telecardiologia la teleriabilitazione. Diffusissime, però non
ancora riconosciuti in modo chiaro, così c'è sempre un'
ambiguità da superare.
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