Si vendemmia tra le colline
del Verdicchio dei Castelli di Jesi alla cooperativa Terre
Cortesi Moncaro di Montecarotto (AN), la maggiore cantina
marchigiana e più grande produttore in Italia della celebre Doc
(25% di superficie vitata) con una bottiglia su quattro di
Verdicchio contrassegnata da proprie etichette.
In barba alla crisi in cui versa l'azienda - 40 milioni di
esposizione finanziaria e due istanze di fallimento presentate
da due fornitori non pagati per 1,3 milioni di euro, e di cui si
discuterà il 5 settembre al Tribunale di Ancona - i grappoli
sono maturati in fretta e le uve bianche precoci promettono
freschezza e giusto grado di acidità come chiede il mercato.
Mezzi e braccianti sono nei campi, in cantina bottiglie e
cartoni attendono i primi vini da vendere sugli scaffali,
ripartono gli ordini della clientela italiana ed estera. Non era
scontato.
"La vendemmia sta entrando a regime. Il primo giorno abbiamo
raccolto 100 quintali di uva precoce, ora ci aspettiamo mille
quintali al giorno", racconta Marcello Pollio, custode e
amministratore giudiziario di Moncaro, nominato il 25 luglio dal
giudice Giuliana Filippello del Tribunale di Ancona. Il suo
mandato è quello di gestire la crisi e intervenire per colmare
la situazione organizzativa ed evitare dispersioni del
patrimonio aziendale, congelando di fatto ogni decisione in
autonomia del consiglio di amministrazione in carica se non
quelle orientate al piano di salvataggio, per permettere la
ristrutturazione del debito accumulato.
Pollio è persona esperta in salvataggi eccellenti. Presidente
della commissione nazionale Crisi e risanamento d'impresa del
Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti
contabili, si è occupato degli aspetti contabili nel processo
del Ponte Morandi per conto della Procura di Genova, è stato
presidente del collegio sindacale della UC Sampdoria nel periodo
di composizione della crisi, e si è occupato di attestare i
piani di concordato preventivo che hanno salvato Moby e
Tirrenia, e il Sugherificio Ganau produttore dei tappi delle più
famose champagnerie.
Al suo arrivo, Moncaro era in stallo: uscita in massa di soci
(nella cooperativa sono circa 600), istanze di pignoramento,
luce elettrica staccata, dipendenti fuoriusciti in disaccordo
con il cda o per arretrati non pagati. Una paralisi operativa
seguita alla defenestrazione dello storico presidente Doriano
Marchetti, lo scorso 27 febbraio, e che dall'insediamento del
nuovo consiglio di amministrazione presieduto da Donatella
Manetti ha vissuto numerosi colpi di scena tra cui, a inizio
agosto, l'invio di una ispezione da parte del ministero delle
imprese e del Made in Italy: i tre ispettori in azienda hanno
evidenziato diverse irregolarità.
Ora è tornato anche l'enologo, Giuliano d'Ignazi, e sono
stati presi accordi con i conferitori di uve su quantitativi e
prezzi. Per contrastare manovre speculative sul prezzo del
Verdicchio, Marcello Pollio ha fatto sapere ai conferitori che
le uve di qualità saranno pagate almeno 60 euro a quintale con
pagamenti alla consegna e saldo entro giugno 2025.
"Abbiamo organizzato la gestione ordinaria perché funzioni
tutto - racconta - Almeno 13mila 500 quintali di uva saranno
lavorate a Montecarotto, altrettante nello stabilimento di
Acquaviva Picena, le uve rosse saranno lavorate presso la
cantina di Castignano. Con Moderna (il braccio agricolo che
lavora 130 ettari di vigne Moncaro ndr) stiamo bilanciando i
reciproci interessi e gli accordi economici, ma c'è accordo.
Stiamo iniziando a imbottigliare e a vendere, con la Grande
Distribuzione Organizzata i rapporti si sono riannodati, sia con
i distributori privati sia con le catene che fanno parte anche
di Legacoop (Conad e Coop)".
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