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In evidenza
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Le Navate del Pirelli HangarBicocca
svelano l'arte di Nari Ward con la retrospettiva Ground Break
che si potrà visitare dal 28 marzo e fino al 28 luglio. La
mostra, curata da Roberta Tenconi con Lucia Aspesi, ripercorre
la pratica trentennale dell'artista con un ampio corpus di opere
di Ward, nato in Giamaica nel 1963 ma che vive e lavora a New
York, in particolare ad Harlem. Luogo intimamente collegato alla
sua arte che utilizza elementi di recupero. Bottiglie di vetro,
lacci di scarpe, passeggini, elettrodomestici sono scelti per la
loro forza narrativa, per affrontare temi sociali, rievocare
storie e farne nascere di nuove, in un ciclo continuo.
"Tutte le opere che si trovano in ordine non cronologico sono
delle ri-creazioni di opere storiche - ha spiegato la curatrice
Roberta Tenconi -, che sono state riviste per questa mostra".
Nari Ward ha raccontato l'emozione di lavorare in uno
ambiente come Pirelli HangarBicocca. "Qui lo spazio può essere
qualcosa che intimidisce - ha spiegato - perché è enorme ma è
anche una sfida che entusiasma".
Le Navate ospitano quattro installazioni di grande formato
che Ward ha realizzato tra il 1996 e il 2000 per il progetto di
performance Geography Trilogy di Ralph Lemon. Installazioni che
per la prima volta vengono allestite in un contesto espositivo.
Ad aprire e chiudere la mostra sono due opere dello stesso
anno, il 1996. 'Hunger Cradle' è composta da una rete di fili
intrecciati che ha al suo interno oggetti di recupero. Il primo
allestimento risale al 1996 per una mostra realizzata in un ex
caserma dei pompieri ad Harlem, dove l'artista ha raccolto gli
oggetti che raccontavano la vita di quell'edificio, costruito
nel 1916. Ogni volta l'opera cresce, al Pirelli HangarBicocca i
nuovi elementi includono anche i mattoni utilizzati per l'opera
'Ground Break', di nuova produzione. Si tratta di
un'installazione pavimentale composta da oltre 4000 mattoni in
cemento rivestiti da lastre in rame. Qui si tengono le
performance che accompagnano la mostra.
Chiude il percorso un'altra opera del 1996, 'Happy Smilers:
Duty Free Shopping'.
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