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In evidenza
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In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
La realtà aumentata e il Metaverso
come strumento di didattica sono già una realtà e lo dimostra il
progetto dell'Universitá Cattolica di Milano, Metaversity. In
classe non si va solo con pc o libri ma si indossa un visore per
la realtà aumentata. Il progetto è una iniziativa di Teaching
and learning Lab. Per imparare gli studenti hanno a disposizione
anche un assistente virtuale in 3D, Alec (l'Augmented learning
companion), che ha le sembianze di Einstein e da cui possono
imparare.
"Durante il primo anno abbiamo realizzato workshop
esperienziali che hanno coinvolto i docenti, oltre 80 di diverse
facoltà, che hanno provato l'esperienza e sviluppato la
conoscenza, limiti e vantaggi di questa tecnologia - ha spiegato
Andrea Gaggioli coordinatore del progetto -. La fase successiva
sarà coprogettare con i docenti dei laboratori immersivi da
integrare nella loro didattica, che si chiamano Metalabs".
La didattica di Metaversity parte quando gli studenti e il
docente si mettono il visore ed entrano in un mondo virtuale,
dove trovano contenuti rilevanti per il corso, ad esempio gli
studenti di psicologia fanno esperienza di realtà virtuale di
come questa tecnologia può aiutare la gestione dello stress. Ci
sono due laboratori immersivi attivati, oltre a quello per gli
psicologi, quello di linguaggi dei media dove l'obiettivo é
proprio insegnare cosa è il metaverso. I vantaggi principali
"sono che il metaverso dà la possibilità di fare esperienze che
in aula difficilmente si possono fare", ha proseguito.
Uno dei limiti emersi é che "ci sono pochi contenuti per la
formazione e stiamo lavorando per trovare soluzioni per
realizzarne di personalizzati per il corso e il docente - ha
concluso -. Abbiamo immaginato una nuova figura: quella
dell'immersive learning designer che dovrebbe fare da
interfaccia nell'esperienza di studenti e docenti e accompagnare
il docente nella progettazione e l'erogazione dell'esperienza
d'aula, che può essere anche in forma di avatar".
La didattica in presenza "per noi rimane fondamentale - ha
concluso Giovanni Marseguerra pro rettore al Coordinamento
dell'offerta formativa - ma bisogna inventare nuove modalità con
al centro i bisogni dello studente".
In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
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