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A Milano una 'pietra' per Emilia, la bimba del treno della morte

A Milano una 'pietra' per Emilia, la bimba del treno della morte

A 5 anni a Auschwitz, fu citata da Levi in 'Se questo è un uomo'

MILANO, 23 gennaio 2025, 12:11

Redazione ANSA

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A Milano da oggi è iniziata la posa delle 26 pietre di inciampo che quest'anno ricorderanno altrettante persone deportate dal nazi fascismo nei campi di sterminio. Una delle prime ad essere ricordate con la posa di una pietra davanti all'abitazione della sua famiglia è stata Emilia Amalia Levi di 5 anni, la bambina del treno della morte citata da Primo Levi in "Se questo è un uomo".

Con lei sono stati ricordati con la posa della pietra di inciampo in via Donatello il padre, Aldo Levi con la moglie Elena Viterbo e il figlio Italo. Alla cerimonia ha preso parte anche Paola Vita Finzi, nata a Milano da famiglia ebraica che era vicina di casa dei Levi e ha ripercorso così la loro storia, finita tragicamente ad Auschwitz.

"Con i Levi eravamo molto amici, i due padri erano ingegneri e si conoscevano e le madri erano torinesi e tutte e due erano venute a stare a Milano quando si sono sposate - ha ricordato -.
I Levi erano amici e siamo sempre stati vicini di casa, amici di infanzia. Per noi avere perso i Levi dopo la guerra è stato un grande dolore. Oggi vengono messe queste pietre di inciampo, Emilia Levi è stata citata da Primo Levi in 'Se questo è un uomo', milioni di persone lo hanno letto e quindi hanno saputo della sua storia".

Paola Vita Finzi ha mostrato una foto di lei bambina che la ritrae con i Levi. "Mi piace ricordarli come in questa foto. Per me è stato un grande dolore sapere che erano finiti ad Auschwitz - ha proseguito -. Non sono più tornati. Era una famiglia normale molto simpatici, per noi grandi amici e oggi mi fa piacere che vengano ricordati e mi commuove questo".
Aldo Levi era un ingegnere, capo dei servizi elettrici del Comune di Milano. Dopo il censimento degli ebrei era stato identificato ed espulso. Non poteva più lavorare. Con la famiglia allora aveva cercato un primo appoggio a Lodi per fuggire in Svizzera ma a Como erano stati arrestati tutti e deportati ad Auschwitz.

"Per Milano la posa delle pietre di inciampo è sempre un momento importante - ha spiegato la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi -, riportiamo queste persone a casa e ricordiamo la loro storia". 
   

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