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Chiara Guidi, il teatro per l'infanzia per andare oltre

Chiara Guidi, il teatro per l'infanzia per andare oltre

Il mostro di Belinda 'scatena qualcosa di profondo negli adulti'

MILANO, 04 novembre 2024, 12:33

Redazione ANSA

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(di Gioia Giudici) Chiamarlo teatro per l'infanzia sarebbe riduttivo: quella di Chiara Guidi, cofondatrice della compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio, oggi Societas, è una proposta che "scatena qualcosa di profondo dentro di noi, noi adulti - spiega l'attrice, regista e drammaturga - entriamo in uno spazio dove si nasconde qualcosa che intuiamo, ma non riusciamo a mettere a fuoco fino in fondo". Quel mistero che Guidi invita a esplorare con 'Il mostro di Belinda', il suo nuovo spettacolo, in prima assoluta al Teatro Studio Melato, dal 7 al 17 novembre.
    Tratto da varie versione de 'La bella e la bestia', a partire da quella di Calvino, lo spettacolo è un percorso di scoperta e accettazione del mostruoso da parte di Belinda, l'eroina della fiaba, capace di far emergere il bene dall'oscurità, grazie all'amore con cui accoglierà la Bestia.
    "Il teatro per l'infanzia - premette il direttore del Piccolo, Claudio Longhi - è una delle invenzioni sprecate del teatro italiano, ha offerto stimoli e spunti importanti, ma è un serbatoio di possibilità non sfruttato fino in fondo". Se i bambini sono sempre stati "un pubblico fondamentale del teatro di ricerca", aggiunge Guidi, è anche perché sono il tramite "per dire cose agli adulti".
    Così, per esempio, di fronte alla favola della Bella e la Bestia, ciò che interessa a Guidi è "il contrasto presente in entrambi che spinge a sentire la contraddizione dell'apparenza, ciò che appare - sottolinea - chiede una profondità, ciò che è riconoscibile chiede un interrogativo, non solo nella realtà artistica ma in quella quotidiana. Perché ciò che ci appare bello lo è? Secondo quali categorie?". Così il mostro è tale perché ha una voce da mostro, un suono che apre a un modo di giudicare la realtà per categorie, mentre la metamorfosi è guidata dalla freccia di Cupido, che non a caso è un bambino, e accompagnata dalla voci di altri bambini "in un'ambientazione in cui il teatro è la casa della Bestia, dove può avvenire un cambiamento, una trasfigurazione, qualcosa che - chiosa - ci obbliga ad andare in profondità".
    Ecco perché nel teatro di Guidi non ci sono quei tipici ammiccamenti delle proposte per l'infanzia: "dire 'tanto sono bambini' è una ferita fortissima, bambino è il tempo che verrà, una possibilità di ribaltamento della società perché attraverso i bambini noi recuperiamo l'essere vivi". E attraverso la voce recuperiamo "la possibilità di vedere una cosa dietro un'altra cosa. Devi sentire e vedere per andare oltre l'apparenza, che è - conclude - il bisogno che abbiamo tutti".
   

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