"Oggi è stata una giornata
commovente e fondamentale, per la prima volta un Presidente
Repubblica è stato a Gorla, ha portato una corona di fiori al
Monumento dei bambini, dove c'era la scuola e ha incontrato i
sopravvissuti". Lo ha detto all'ANSA Mario Calabresi,
giornalista e scrittore, a margine della presentazione del
documentario "Finché sono al mondo", di cui è autore insieme a
Silvia Nucini, e che ricostruisce il bombardamento americano del
quartiere milanese di Gorla avvenuto il 20 ottobre del 1944,
provocando la morte di 184 bambini, presentato questa sera
all'Anteo Palazzo del Cinema di Milano.
Il documentario parte dalle testimonianze dei sopravvissuti,
scampati al crollo devastante della scuola elementare Francesco
Crispi. Quegli stessi sopravvissuti, oggi ultraottantenni,
avevano il desiderio di veder arrivare il Presidente della
Repubblica sul luogo della tragedia. Oggi Mattarella lo ha
esaudito.
"Quando ho cominciato a lavorare con loro - ha raccontato
Calabresi prima dell'inizio della proiezione - a documentare la
loro memoria, mi hanno detto 'vorremmo tanto che venisse un
Presidente della Repubblica', anzi Graziella Ghisalberti, che è
un po' la loro portavoce, mi disse 'se io vedo il Presidente e i
Corazzieri che portano un fiore, posso anche morire e oggi è
successo".
Il documentario, oltre a ricostruire la tragica vicenda
storica, ha il compito di divulgarla in Italia e oltre, proprio
per desiderio di quegli ex bambini che per decenni hanno portato
soli il peso di quella memoria. "Una loro paura era che questa
storia fosse nota solo a Milano - ha spiegato Calabresi - anche
se questa è stata una delle più grandi stragi di bambini della
Seconda Guerra Mondiale e della storia italiana". "A malapena si
conosce a Milano - ha aggiunto - volevano che diventasse una
storia nazionale. Il gesto di Mattarella, questo documentario e
la scelta della RAI di trasmetterlo proprio alla vigilia
dell'80° anniversario - ha concluso- sono dei segnali molto
importanti".
"La cosa più forte che mi ha lasciato questa esperienza è una
cosa terribile da dire oggi che ci sono famiglie e bambini sotto
le bombe - ha concluso Calabresi - i segni delle bombe, i
sopravvissuti e i parenti se li portano dietro tutta la vita".
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