(di Francesco Brancati)
Un debutto, alla direzione di
un'opera alla Scala, tanto atteso quanto trionfale quello di
Kirill Petrenko, direttore dei Berliner Philharmoniker, che ieri
sera ha suscitato gli entusiastici applausi del pubblico sul
podio dell'orchestra scaligera in 'Der Rosenkavalier' di Richard
Strauss.
Il lavoro è quello firmato da Harry Kupfer nel 2014 a
Salisburgo, che è arrivato alla Scala nel 2016 con la direzione
di Zubin Mehta e che ieri come otto anni fa è piaciuto molto al
pubblico milanese, che ha tributato dieci minuti di applausi e
grida di 'bravi!' agli interpreti principali: Krassimira
Stoyanova nei panni della Marescialla, Günther Groissböck nella
parte del Barone Ochs (entrambi negli stessi ruoli nel lavoro
del 2016), Kate Lindsay nei panni en travesti di Octavian e
Sabine Devieilhe nel ruolo di Sophie. Applausi anche al coro
della Scala diretto da Alberto Malazzi e ai bambini del coro di
voci bianche dell'Accademia scaligera guidati da Marco De
Gaspari e a tutti gli altri interpreti.
L'opera, con il libretto di Hugo von Hofmannsthal, racconta
la vicenda a lieto fine, che Strauss ambienta a Vienna nei primi
anni del regno di Maria Teresa, di un triangolo amoroso (con un
intreccio da opera buffa che ricorda la commedia dell'arte) che
vede dapprima l'amore fra la matura Marescialla e il suo
giovanissimo amante Octavian, poi il sentimento che scatta
fulmineo e intenso fra lo stesso Octavian e la coetanea Sophie,
promessa da suo padre al barone Ochs, personaggio arido e
imbarazzante che mentre 'contratta' col suocero e il notaio il
matrimonio, arriva a cercare un approccio con una servetta
paesana che in realtà è lo stesso Octavian travestito. Alla fine
la scoperta dell'intrigo e la messa alla berlina del barone,
redarguito e allontanato dalla stessa Marescialla che ama tanto
il suo Octavian da lasciarlo libero di amare Sophie.
Kupfer, qui ripreso dalla regista Derek Gimpel, racconta
l'opera con una scena semplice ed elegante (realizzata da Hans
Schavernoch) dominata da fondali con gigantografie in bianco e
nero di vedute architettoniche della Hofburg, il famoso palazzo
viennese che fu casa degli Asburgo. Arredi moderni, costumi
senza tempo realizzati da Yan Tax. Colori dominanti il bianco e
il nero.
La musica di Strauss penetra fin nelle pieghe della vicenda
umana tra la Marescialla, Octavian e Sophie, entrando con
dolcezza in ogni sentimento, ma sottolineando anche il
comportamento becero del barone e la comica presa in giro, da
parte di una serie di personaggi, che ne decretano la sconfitta.
La lettura che ne ha dato Petrenko ha colpito e appassionato il
pubblico scaligero, che alla fine, ma già anche all'inizio del
terzo atto, lo ha applaudito con convinzione ed entusiasmo.
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