Contro la riforma dell'autonomia "i
toni che stanno usando e la violenza della campagna sono davvero
gravi. Spero se ne rendano conto prima che esploda qualcosa di
pericoloso nel Paese. Questo mi preoccupa, si fermino". Così il
presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in
un'intervista a 'Il Giornale' sulle critiche all'autonomia e le
firme raccolte per un referendum.
Dire che la riforma spacca in due l'Italia secondo Fontana è
"la dimostrazione di come a sinistra non si faccia politica per
risolvere i problemi ma per speculare e ottenere un posto da
qualche parte".
Per esempio "un sostenitore di questa autonomia era l'allora
presidente di Regione Stefano Bonaccini e la sua vice era Elly
Schlein. Quindi oggi sono in assoluta malafede" ha aggiunto.
Sui Lep "non capisco proprio Forza Italia" ha proseguito
Fontana parlando della posizione degli azzurri. E sottolineando
che, invece, sta tenendo aggiornato anche Umberto Bossi sul
cammino della riforma "e lui ci dà sempre consigli importanti".
Ad ogni modo "la Lombardia è pronta a partire. La legge è
stata approvata dalla Camera con 172 voti e firmata dal
presidente della Repubblica Sergio Mattarella senza alcun
rilievo - ha spiegato -. Non c'è nessun motivo logico, politico
e giuridico per non applicare quello che chiede la
Costituzione".
La Lombardia "ha bisogno di personale sanitario che paghiamo
con i nostri soldi e non possiamo assumerlo o adeguare gli
stipendi: questo ha provocato un disastro - ha detto ancora
Fontana -. C'è il virus respiratorio sinciziale di neonati e
bambini: i Pronto soccorso sono pieni e noi vorremmo fare una
campagna vaccinale, ma non possiamo perché non rientra nei Lea.
E la faremmo tutta a nostre spese".
Fontana ha poi concluso parlando delle condizioni della
sanità, che è competenza regionale, nel Sud Italia: "Non
possiamo fermare la parte del Paese che corre perché lì ci sono
politici che non intendono assumersi responsabilità. Al Sud
imparino a votare".
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