Gli schieramenti politici che alle
regionali di domenica e lunedì sostengono Marco Bucci e Andrea
Orlando si sono sfidati oggi a distanza a Genova schierando
tutti i big a disposizione. Ai Magazzini del Cotone ha aperto il
pomeriggio il centrodestra con Giorgia Meloni, Matteo Salvini,
Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Al Teatro Politeama ha chiuso il
centrosinistra con Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola
Fratoianni, Angelo Bonelli, Carlo Calenda in videocollegamento,
Elena Bonetti, Enzo Maraio.
Hanno concluso i comizi i due candidati.
Uno affianco all'altra, in prima fila, per sostenere Marco
Bucci e per comunicare anche plasticamente - con sorrisi e
ripetuti applausi reciproci - la coesione della maggioranza.
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani arrivano a metà
pomeriggio all'auditorium Magazzini del Cotone, al porto antico
di Genova, per tirare la volata al candidato governatore del
centrodestra. I loro interventi partono dalla Liguria e
finiscono sulle più attuali questioni di governo: dal protocollo
con l'Albania - su cui la premier intende tirare dritto
"lavorando giorno e notte" - ai rapporti con la magistratura,
fino alle pensioni. "Quando ci siamo insediati tutti dicevano
che saremmo durati massimo sei mesi, che sarebbe arrivata la
tempesta finanziaria e l'Italia sarebbe andata in default. Poi
si sono svegliati sudati - dice Meloni con tempi teatrali -.
Oggi, dopo due anni, la nazione viene presa come riferimento da
molti analisti". La sinistra? "Lasciamo che guardi dal buco
della serratura, noi lavoriamo". A lei la sala tributa una
standing ovation, ma sul finale il suo intervento viene
interrotto dalla protesta di alcuni balneari, con cui al termine
del comizio trova un momento di confronto. "Questo entusiasmo mi
fa sperare bene e mi rende ottimista sui risultati: fino a
qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria" in
Liguria, afferma ancora la premier. Che coglie l'occasione per
tornare sulla email del sostituto procuratore della Cassazione
Marco Patarnello. "All'indomani dell'ennesima sentenza con la
quale alcuni giudici bocciano il trattenimento dei migranti ai
fini del rimpatrio, un giudice manda ad altri una mail nella
quale c'è scritto: 'Meloni non ha inchieste giudiziarie e non si
muove per interessi personali, ma per visioni politiche. E
questo la rende molto più forte e rende molto più pericolosa la
sua azione'". Scandisce queste ultime parole bloccando gli
applausi della platea. Poi aggiunge: "Ringrazio e confermo".
Elly Schlein, invece, vuole "una Liguria che sia governata
nell'interesse di tutti e non di Toti" perchè "Bucci è la piena
continuità con un sistema di potere che dobbiamo lasciare alle
spalle. Perchè non è andato tutto bene". Giuseppe Conte è in
sintonia: "Qui in Liguria chi governava ha ascoltato solo
qualche imprenditore amico, non i cittadini. E ascoltando pochi
imprenditori ha danneggiato gli altri. Per Salvini è necessario
confermare quanto fatto da Toti. No, dobbiamo cambiare".
Nel comizio finale per Andrea Orlando al teatro Politeama di
Genova i leader del campo largo chiedono ai liguri di voltare
pagina. Mentre Orlando sceglie come colonna sonora 'Volta la
carta' di De Andrè - e si accalora per dire che "sono razzisti e
in Liguria non c'è spazio per i razzisti" - mentre urlano dal
palco che è necessario prendere le distanze da quanto appena
accaduto. "Questa legislatura è finita perchè è stato arrestato
per corruzione il presidente", ricordano insieme con Bonelli e
Fratoianni. "Qui è venuto fuori un sistema marcio di
malapolitica, con vertici della regione e imprenditori che
scambiavano interessi del singolo imprenditore con il
finanziamento alla campagna elettorale del presidente della
Regione". Dopo la vittoria in Sardegna con la grillina
Alessandra Todde, Schlein,Conte, Fratoianni, Bonelli e
Calenda(in videocollegamento) testano in Liguria, con il dem
Orlando, quel campo largo che oggi comprende anche Elena Bonetti
(Azione), Enzo Maraio (Psi) e Ferruccio Sansa, che quattro anni
fa corse con Pd e M5s. Nel mirino della coalizione c'è la
manovra. Dice Schlein: "La presidente Meloni dice che noi non
sappiamo fare i conti, lei da giorni dà i numeri sulla sanità
pubblica, mente sapendo di mentire". "Con Meloni la spesa
sanitaria in rapporto al PIL è sempre scesa e scenderà al 6,5%,
il minimo storico negli ultimi quindici anni".
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