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Teatro Carlo Felice di Genova, continua lo stato di agitazione

Teatro Carlo Felice di Genova, continua lo stato di agitazione

Martedì un tavolo di confronto in Comune

GENOVA, 24 ottobre 2024, 14:28

Redazione ANSA

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È fissato per martedì un tavolo di confronto all'assessorato al Lavoro del Comune con la partecipazione di tutte le sigle sindacali per affrontare i problemi del Carlo Felice. Lo sciopero indetto dalla Cgil che il 12 ottobre scorso ha parzialmente bloccato il debutto del doppio spettacolo prosa e lirica al Teatro Ivo Chiesa ('Il giro di vite' di Henry James e 'The turn of the screw' di Britten, ispirato allo stesso romanzo di James) ha rappresentato lo sbocco di una tensione che andava crescendo da tempo. Si parla di "difficoltà organizzative" che 'Il giro di vite' ha acuito creando una situazione molto ardua per i tecnici del Teatro lirico che lamentano un organico ridotto e nonostante questo si sono trovati ad agire su tre teatri contemporaneamente (Teatro Ivo Chiesa, Carlo Felice e Teatro della Gioventù).
    "La situazione per i tecnici non è cambiata - lamenta Sonia Montaldo della Cgil -. È vero che le recite dell'opera di Britten sono terminate, ma il personale del Carlo Felice continua a lavorare per lo spettacolo in prosa ancora in scena".
    Dopo lo sciopero c'era stato un confronto con il sovrintendente Claudio Orazi: "Purtroppo non abbiamo avuto risposte - spiega Montaldo - per cui abbiamo chiesto un incontro al sindaco, ma in campagna elettorale non era possibile trovare il momento; così abbiamo organizzato un sit-in davanti a Tursi e questo ha portato all'invito dell'assessore Mascia per un confronto".
    I temi sul tavolo sono diversi e condivisi anche da altre sigle sindacali come lo Snater che ha dichiarato da tempo lo stato di agitazione: "C'è il problema degli organici tecnici - spiega Anna Rita Cecchini dello Snater - ma ci sono anche altri temi come il discorso stipendiale, i buoni pasto, la flessibilità di coro e orchestra". C'è, anche, una diffusa preoccupazione a fronte di una programmazione considerata poco appetibile per il grande pubblico: va benissimo Britten, è il commento che circola, ma andrebbero inseriti anche titoli più 'popolari' e soprattutto si dovrebbe riservare qualche spazio anche a generi come musical e operette che possono richiamare un pubblico nutrito. "E poi andrebbe fatta una politica differente verso i giovani - sostiene Cecchini -. Da tempo sosteniamo che si dovrebbe tornare nelle scuole come si faceva un tempo. Portare i giovani a teatro è fondamentale, ma in una modalità differente, con attenzione maggiore agli spettacoli che si propongono loro". Il rischio se non si sceglie con criterio, si sostiene, potrebbe essere quello di perdere e non di conquistare un pubblico del futuro.
   

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