(dell'inviata Alessandra Magliaro)
Alla cena ufficiale di chiusura del
76/o festival di Cannes sulla spiaggia del Majestic tra gli
inchini dell'attore premiato, il giapponese Koji Yakusho e del
suo regista in Perfect Days Wim Wenders al trofeo dorato, tra il
tavolo allegro dell'inglese Jonathan Glazer con la sua attrice
Sandra Huller per il Grand Prix a The Zone of interest, tra
fuochi di artificio e calici alzati spiccavano due assenze. Non
c'era Justine Triet, fresca di Palma d'oro per il thriller
processuale Anatomie d'une chute, anatomia di una caduta, terza
donna in 76 anni a vincere il premio, dopo Jane Campion di
Lezioni di piano e due anni dopo la Julie Ducorneau di Titane
che era quest'anno in giuria. Il discorso politico anti
governativo della 44enne Triet nel ritirare il premio, dalla
parte delle proteste contro la riforma delle pensioni, "proteste
negate e represse in modo clamoroso" e contro "la mercificazione
della cultura difesa dal governo neoliberista, in procinto di
rompere l'eccezione culturale francese" non è passato
inosservato. La ministra della Cultura francese, Rima Abdul
Malak si è detta "sbalordita e disgustata dal suo discorso così
ingiusto. Questo film non avrebbe potuto vedere la luce senza il
nostro modello francese di finanziamenti cinematografici che
consentono una diversità unica al mondo. Non dimentichiamolo".
Sui social francesi le parole della Triet hanno diviso. L'altro
grande assente era il presidente della giuria, il regista
svedese Ruben Ostlund chiamato alle rigide regole del festival
sul silenzio per come si è arrivati al verdetto, non è noto
neppure se ci sia stata l'unanimità per Anatomie d'une chute. "É
stato premiato un cinema capace di appassionare il pubblico,
restare nella memoria, parlare un linguaggio che tutti
capiscono", ha commentato. E gli italiani a bocca asciutta? E
l'anziano Ken Loach dimenticato? Il coproduttore francese di The
Old Oak accanto al delegato generale del festival Thierry
Fremaux non si dava pace. Una giuria di registi, anche molto
giovani, con la guida dominante di Ostlund non avrebbe potuto
fare diversamente è stata la voce ricorrente. Diplomatico
ovviamente Fremaux che all'ANSA esprime il suo personale
rammarico per Bellocchio, "davvero un gran bel film che merita
ogni successo", quanto a Matteo Garrone che con Il Capitano era
atteso in selezione, Fremaux lancia la palla alla Mostra del
cinema di Venezia, "è un film perfetto da mostrare in Italia".
Trattandosi del viaggio di due giovani che lasciano l'Africa per
raggiungere la Fortezza Europa, attraverso le insidie del
deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell'essere umano,
c'è da aspettarsi a settembre una vivace attenzione. Ad avere
amato Bellocchio è anche Iris Knobloch, la nuova presidente di
Cannes che alla cena ha detto all'ANSA "ho tanto sperato in un
premio per Rapito", facendo scivolare là anche lei che non era
la giuria giusta per lui. Bellocchio, che certo a Cannes ci
viene da una vita ma sempre torna a mani vuote (tranne ovazioni
di applausi e una Palma d'oro d'onore), pragmaticamente guarda
al mercato: sta accompagnando in giro per l'Italia il suo film
che riapre una ferita antica tra cattolici ed ebrei all'epoca di
Pio IX e scatena dibattito anche tra gli storici e oggi è a
Bologna dove il suo film è ambientato.
Su una cosa, da spettatori, possiamo dirci soddisfatti: tutti i
più bei film del festival, a cominciare da quelli del palmares,
si vedranno in sala in Italia.
La Palma d'oro Anatomie d'une chute di Justine Triet uscirà con
Teodora che per la seconda volta di fila azzecca la Palma, così
come L'Été dernier, il nuovo film di Catherine Breillat. Lucky
Red ha fatto il pieno nel palmares: La passion de Dodin Bouffant
(premio regia Tran Anh Hung), Les Feuilles Mortes di Kaurismaki
(premio giuria, uscirà in collaborazione con Bim), Perfect Days
di Wenders (migliore attore), Monster di Kore-eda
(sceneggiatura, in sala con Bim in collaborazione con Lucky
Red). Academy Two ha Club Zero di Jessica Hausner, Movies
Inspired ha Les herbes seches del turco Ceylan (migliore attrice
Merve Dizdar). I Wonder Pictures ha una lunga lista che comincia
con il Grand Prix the zone of interest di Jonathan Glazer. E poi
dal concorso Le Retour di Catherine Corsini e Four Daughters di
Kaouther Ben Hania e anche tra gli altri L'Abbé Pierredi
Frédéric Tellier, i nuovi film di Martin Provost, Bonnard,
Pierre et Marthe e Michel Gondry, The Book of Solutions e Il
regno animale di Thomas Cailley con Romain Duris, Paul Kircher e
Adèle Exarchopoulos. Lucky Red ha anche May December di Todd
Haines, Jeunesse di Wang Bing, The Old Oak di Loach. Vertice 360
tra gli altri Black Files e Firebrand.
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