A tre settimane dalle elezioni è stata un'altra giornata intensa di campagna elettorale per Michele de Pascale ed Elena Ugolini, ma con un occhio andato, per tutto il pomeriggio, a quello che stava succedendo in Liguria.
Le regionali liguri sono infatti una sorta di primo tempo rispetto all'Emilia-Romagna che sarà chiamata alle urne il 17 e il 18 novembre, insieme all'Umbria. In mattinata De Pascale e Ugolini si sono anche confrontati davanti ai sindacati dei trasporti, poi Ugolini ha partecipato a un'iniziativa con il ministro delle Imprese Adolfo Urso. Quindi, nel pomeriggio tutta l'attenzione è andata a quello che avveniva al di là del passo della Cisa.
Le condizioni politiche a cui si arriva alle elezioni in Emilia-Romagna sono molto diverse, ma gli schieramenti di partenza non così dissimili: Elena Ugolini, infatti, è compattamente sostenuta dal centrodestra alla ricerca dell'impresa, mai riuscita, di strappare agli avversari il loro feudo. Il centrosinistra si presenta in versione campo larghissimo, ma qui, a differenza della Liguria, il veto di Conte a Renzi è stato composto con meno contraccolpi: il simbolo di Italia Viva non sarà sulla scheda elettorale, ma i candidati del partito sono stati inseriti nella lista civica del presidente. Una soluzione che, alla fine, ha fatto tutti contenti.
L'onda ligure, anche se il margine risicato fra i due principali candidati ha sconsigliato dichiarazioni troppo anticipate, ha acceso l'entusiasmo nelle fila del centrodestra, che sa di avere di fronte a sé una montagna da scalare, visto che alle europee la differenza fra i due schieramenti era di 15 punti in favore del centrodestra. Nel Pd e dintorni è suonato un campanello d'allarme, ma si sottolinea come la situazione delle due regioni sia estremamente diversa.
L'unica cosa certa è che da adesso, per le prossime tre settimane, sarà sull'Emilia-Romagna, insieme all'Umbria, il focus della politica italiana.
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