Dopo il successo della scorsa
stagione, Giovanni Scifoni torna al Teatro Duse di Bologna con
"Fra' - San Francesco, la superstar del Medioevo", un monologo
in scena il 20 ottobre alle 16, per la regia di Francesco Brandi
e con le laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di
Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli.
Al centro dello spettacolo c'è l'enorme potere persuasivo che
genera ancora oggi la figura pop di Francesco. In scena, dunque,
la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di
raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento
fisico che lo porterà alla morte. Dalla predica ai porci fino
alla composizione del cantico delle creature, il primo
componimento lirico in volgare italiano della storia, Francesco
canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco
e devastato dalla malattia. "Nessuno nella storia - dice Scifoni
- ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Francesco
sapeva incantare il pubblico, folle sterminate, sapeva far
ridere, piangere, sapeva cantare e ballare. Il vero problema con
cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che
Francesco era un attore molto più bravo di me". E poi il gran
finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi d'amore
carnale che Francesco aveva con 'Sora nostra morte corporale, da
la quale nullu homo vivente pò scappare'. "E neanche il pubblico
potrà scappare da questo finale, incatenati alle poltrone del
teatro - conclude l'attore - saranno costretti anche loro ad
affrontare il vero, l'ultimo, grande tabù della nostra
contemporaneità: non siamo immortali".
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