Una mostra su Giacomo Savini e la
pittura di paesaggio, un'occasione per riscoprire un artista
poco noto, autore di oli e tempere conservati al Museo civico
d'arte industriale e Galleria Davia Bargellini di Bologna. Dal
18 ottobre al 23 marzo sarà esposta per la prima volta una
selezione degli oltre 140 disegni realizzati dal pittore e
custoditi alla Fondazione Opera Pia Davia Bargellini. È un album
inedito, che attraversa tutti gli aspetti della sua attività
poliedrica, condotta tra scenografia, decorazione e vedutismo.
Allievo di Vincenzo Martinelli, Savini (1768-1842) interpreta
il genere del paesaggio in modo nuovo. Aderendo alle prime
esperienze en plein air, è attratto dall'idea di percorrere il
territorio, annotando la realtà in presa diretta. Ritrae borghi,
pievi, luoghi abbandonati, un mondo povero ma descritto con
sentimento. La mostra, presentata oggi alla stampa, mette a
confronto le opere grafiche di Savini con la sua produzione
pittorica grazie anche a prestiti di collezionisti privati. Sono
esposti anche una serie di paesaggi di Vincenzo Martinelli
(1737-1807) e alcuni oli del marchese Giuseppe Davia
(1804-1876), collezionista e paesaggista dilettante, ultimo
discendente dell'illustra famiglia senatoria e fondatore
dell'Opera Pia Davia Bargellini.
La mostra, a cura di Mark Gregory D'Apuzzo e Ilaria Chia, con
la collaborazione di Ilaria Negretti, è promossa dal Settore
Musei Civici di Bologna-Musei Civici d'Arte Antica in
collaborazione con la Fondazione Opera Pia Davia Bargellini.
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