BOLOGNA, 14 OTT - In italiano si chiama flauto dolce, in inglese recorder, in tedesco blockflöte, ma è, in apparenza, lo stesso strumento. Fino a quando non si assiste a un concerto di Lucie Horsch: e allora si ha la sensazione di ascoltare cento flauti diversi.
Succederà domani, 15 ottobre alle 20.30 all'Oratorio di San Filippo Neri di Bologna dove la venticinquenne flautista di origine olandese si esibirà per la rassegna Il Nuovo l'Antico l'Altrove di Bologna Festival. Lucie Horsch ha cominciato a suonare a cinque anni e a nove ha dato il suo primo concerto in diretta televisiva.
Il suo repertorio è sconfinato, come dimostra nel concerto 'Metamorphosis' dove spazia dalla musica popolare olandese a György Kurtág, da Johann Sebastian Bach a Luciano Berio, da Georg Philipp Telemann a Igor Stravinskij e Louis Andriessen.
Per Bologna Festival esegue per la prima volta le Six Metamorphoses after Ovid di Benjamin Britten, nella trascrizione per flauto dolce. In concerto Lucie Horsch utilizza fino a dieci diverse varianti del flauto diritto (o flauto dolce), a seconda del brano eseguito e del tipo di sonorità ricercata: dal flauto soprano rinascimentale, al flauto tenore, al "flauto di voce", strumento dalla sonorità calda e profonda. I suoi concerti sono un continuo trascolorare di sonorità, una stupefacente "metamorfosi".
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