FERRARA, 11 OTT - Il grande Rinascimento ferrarese torna a Palazzo dei Diamanti dal 12 ottobre al 16 febbraio con una mostra che racconta per la prima volta la cultura figurativa ferrarese di inizio Cinquecento e le vicende che fecero della città estense un punto di riferimento nel sistema delle corti italiane del Rinascimento, attraverso le voci di alcuni autorevoli protagonisti di quegli anni: Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso. Ciascuno di questi pittori si fa portavoce di una formula espressiva di grande originalità e bellezza, confrontandosi con quanto di meglio i maestri come Giorgione, Tiziano, Raffaello e altri stavano elaborando a Venezia, Roma e Firenze. Una stagione incredibilmente ricca, dove l'antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo che può definirsi, in una parola, ferrarese.
Dopo gli oltre 70mila visitatori dalla prima mostra 'Rinascimento a Ferrara. Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa', che ha indagato con opere da tutto il mondo la prima stagione del Rinascimento ferrarese, il Palazzo dei Diamanti mostra ora al pubblico - nella mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli - i capolavori della fertile stagione della pittura del primo Cinquecento a Ferrara, dagli anni del passaggio di consegne da Ercole I d'Este al figlio Alfonso (1505), fino alla scomparsa di quest'ultimo (1534), committente raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città. Il tramonto della generazione di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti lascia a Ferrara la difficile eredità di un ricambio artistico di alto livello. La scelta di ingaggiare Boccaccio Boccaccino (1496) indica la volontà di adottare un linguaggio più moderno, addolcito e morbido. All'inizio del nuovo secolo si sviluppa quindi una nuova scuola, aperta a nuovi scambi con altri centri artistici, che ha come protagonisti Ludovico Mazzolino, Giovan Battista Benvenuti detto l'Ortolano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo e Giovanni Luteri detto il Dosso.
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