"Il turismo è un fenomeno globale e
alzare muri per fermarlo è ideologico e velleitario. Piuttosto,
dobbiamo coinvolgere i cittadini nella sua gestione. Per questo
in autunno lanceremo un percorso che abbiamo chiamato
'destinazione turistica democratica': vogliamo decidere insieme
come spendere i 14 milioni di euro all'anno di proventi della
tassa di soggiorno.
L'idea è che ogni euro incassato dai turisti debba servire a
rendere più vivibile la città". E' quanto afferma a Repubblica
il sindaco di Bologna Matteo Lepore, commentando l'articolo del
New York Times sull'overtourism in città.
"Mi sono già scusato per il tono - ha aggiunto - Mi sono
scaldato perché sono innamorato della mia città e continuo a
ritenere il taglio di quell'articolo sbagliato. Ma se ha avuto
il merito di mettere in luce quello che stiamo facendo
sull'overtourism, da anni, ben venga".
Sul coinvolgimento dei cittadini "noi saremo i primi in
Italia. In inglese si dice DMOcracy, ed è la somma di
destinazione turistica più democrazia. Il turismo per funzionare
deve migliorare la vita di tutti, non mangiarsi le città.
Vogliamo discuterne nei quartieri, che stiamo riformando, a
partire dai dati, attraverso meccanismi di partecipazione
diretta".
Sul fatto che gli studenti non trovano una stanza a meno di
600 euro in centro, il sindaco commenta: "L'università di
Bologna ha 100mila iscritti, 60mila dei quali vivono in città.
Molti grandi atenei americani ne hanno 30mila. Noi stiamo
costruendo di tasca nostra studentati pubblici, ma se manca una
politica nazionale sul diritto allo studio le città fanno
fatica. Il problema non è solo Airbnb, è un intero sistema di
grandi piattaforme. Città come Amsterdam e Barcellona hanno
preso contromisure, in Italia deve agire il Parlamento. Insieme
a una ventina di città abbiamo firmato una proposta per fermare
la tensione abitativa che restituisce ai sindaci la possibilità
di contingentare le licenze delle case vacanze. Per stabilirne
un tetto massimo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA