/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ritardi sugli asili nido e scuole per l'infanzia: i fondi del Pnrr usati solo al 25%

Ritardi sugli asili nido e scuole per l'infanzia: i fondi del Pnrr usati solo al 25%

Si rischiano 17.400 posti in meno rispetto al target di 150.480

ROMA, 15 gennaio 2025, 18:53

di Chiara De Felice

ANSACheck
Un asilo nido in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un asilo nido in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' uno dei capitoli più attesi del Pnrr, ma anche quello che da subito ha registrato i ritardi maggiori: su asili nido e scuole per l'infanzia la situazione non migliora, anzi, non si riesce a spendere i fondi, utilizzati solo al 25%, e nella migliore delle ipotesi si rischia di dover rinunciare a 17.400 nuovi posti per bimbi.

A poche settimane dalla nuova e ultima revisione del piano di rilancio italiano, attesa entro la fine di febbraio, l'Ufficio parlamentare di bilancio fa il punto sullo stato di attuazione del 'piano asili nido e scuole d'infanzia', registrando tutti gli ostacoli incontrati finora, primo fra tutti la difficoltà dei Comuni ad assorbire le risorse, in particolare nel Mezzogiorno. Mentre dalla Commissione Ue arriva un nuovo plauso all'Italia, considerata "all'avanguardia nell'attuazione", il primo ad aver già chiesto sesta e settima rata.

Il target degli asili è stato fra i primi ad essere rinegoziato con la Ue. Dai 264.480 nuovi posti previsti dal piano originale, con la revisione di fine 2023 si è scesi a 150.480, riducendo di conseguenza anche gli stanziamenti, da 4,6 a 3,24 miliardi. Nonostante il ridimensionamento, non si è riusciti a stare al passo con i tempi: a tutto il 2024 avrebbero dovuto essere spesi 1,7 miliardi, e invece ne risultano utilizzati 816,7 milioni, ovvero il 25,2%. L'Upb spiega che l'adesione da parte dei Comuni, soprattutto quelli del Mezzogiorno e con gravi carenze strutturali, "è stata limitata e sono state necessarie più procedure di assegnazione dei fondi per esaurire tutte le risorse disponibili".

La quasi totalità degli interventi avviati nel 2020 o nel 2021 è in una fase esecutiva e solo circa il 3% dei progetti è concluso. I ritardi proseguono anche con i progetti previsti dal più recente 'Nuovo piano asili nido': parte di questi non è ancora presente nella piattaforma ReGiS e per più della metà di quelli censiti non si hanno informazioni. Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli interventi, al Centro e nel Nord c'è una leggera prevalenza di progetti in esecuzione (rispettivamente 72,7% e 70,9%) rispetto al Mezzogiorno (69%); nel Nord si registra la quota maggiore di progetti (18%) nella fase conclusiva. A causa dei ritardi, che costringono a spendere nel prossimo biennio ben 2,4 miliardi di euro, per l'Upb vi sono "forti incertezze" sul conseguimento dell'obiettivo, sia in termini quantitativi, cioè realizzare 150.480 nuovi posti, sia temporali, ovvero chiudere i lavori entro giugno 2026.

L'Upb ha elaborato quattro scenari. In quello più favorevole, la distanza dal target sarebbe marginale, circa 500 posti, fino a salire a circa 26.000 posti in quello meno favorevole. Nella stima conservativa, che introduce le minori correzioni rispetto ai dati dichiarati, lo scarto sarebbe pari a circa 17.400 posti. Ma il Pnrr non è l'unico strumento che assicura progressi sul fronte delle scuole per i più piccoli.

L'Upb ricorda che il Piano strutturale di bilancio (Psb) prevede ulteriori impegni, meno ambiziosi del Pnrr, per il potenziamento dei servizi educativi per i bambini sotto i tre anni, che sono inclusi fra quelli necessari per l'estensione a sette anni del periodo di aggiustamento dei conti pubblici. L'obiettivo di copertura del 33% su base nazionale e almeno del 15% su base regionale per gli asili nido si realizzerebbe, complice il calo demografico, anche senza la piena attuazione del Pnrr.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza