(di Roberto Nardi)
Sessant'anni di storia e dei
linguaggi dell'arte, dagli inizi del secolo fino ai primi anni
Sessanta con Parigi come catalizzatore, raccontati attraverso un
supporto fragile, esposto con parsimonia per preservarlo dai
rischi della luce, il disegno. Un viaggio dal
post-impressionismo di Signac al pulviscolo di segni di Michaux,
all'astrattismo di Tobey, le composizioni di Van Velde,
passando per Matisse, Picasso, per gli esponenti delle
avanguardie, dal cubismo al surrealismo, che hanno segnato
l'attività artistica nella prima metà del secolo scorso.
E' la proposta della Fondazione Bano, con la mostra "Matisse
Picasso Modigliani Mirò. Capolavori del disegno dal Musée de
Grenoble", a cura di Guy Tosatto, in programma fino al 12
gennaio prossimo a Palazzo Zabarella, a Padova.
L'esposizione, definita "coraggiosa sperimentale, innovativa"
proprio per la scelta di presentare lavori su carta, che di
solito nei musei e collezioni hanno uno status speciale per la
loro fragilità alla luce, è nata dalla collaborazione tra la
Fondazione e il Museo francese, con il patrocinio dei comuni di
Padova e Grenoble.
Il percorso della mostra, articolato in cinque sezioni con più
di 130 opere realizzate da 47 artisti che hanno sviluppato e
usato tecniche diverse. è aperto da una serie di acquarelli e
matite colorate, datate tra il 1905 e il 1935, fatti da Signac
su fogli, su lettere indirizzate a Georgette Agutte e Marcel
Sembat, posti accanto a Bonnard, Vuillard - una cui gouache
"Donna con corpetto Blu", del 1915 è stata scelta come immagine
guida dell'esposizione - Rouault, Kupka. La prima sezione, però,
è dominata da Matisse - "una mostra nella mostra" è stato detto
dagli organizzatori - con oltre una trentina di lavori: disegni
a matita, a penna, a carboncino - come "La danza" del 1910,
vicina ai dipinti ora a New York e a San Pietroburgo - fino alla
serie "Jazz" eseguita con collage e ritagli, pubblicata in un
libro nel 1947. "Il mio disegno - diceva Matisse - è la
traduzione diretta e più pura delle mie emozioni".
Anche Picasso, dominus dell'esposizione riservata al cubismo con
Leger, Sonia e Robert Delaunay, Gris - dell'andaluso anche un
"Ritratto di Olga", la prima moglie, del 1921 e tre "Donna con
cappello" realizzato lo stesso giorno, il 12 aprile 1945 - dava
particolare importanza al disegno tanto da arrivare a dire: "ho
imparato a dipingere come Raffaello, adesso devo imparare a
disegnare come un bambino".
La terza sezione è dedicata al Dada e al surrealismo - da
Picabia ad Arp, Cocteau, Mirò, Chagall, Masson e altri - mentre
la quarta a quel tratto figurativo, a quella sorta di "ritorno
all'ordine", che mai è scomparso nella storia artistica del
Novecento, dove compaiono tre ritratti d'uomo di Modigliani, tra
il 1915 e il 1920 circa, i nudi di Maillol, Dafy, Derain,
Artaud, Balthus e il fratello Pierre Klossowski. A chiudere
l'astrazione, negli anni a cavallo della Seconda Guera Mondiale;
accanto a Tobey, Calder, Chillada, un collage del 1956 di
Alberto Magnelli. (ANSA)
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