Clia è "seriamente preoccupata del
futuro della crocieristica a Venezia e, di conseguenza, in tutto
l'Adriatico". L'associazione, che raggruppa 70 compagnie,
sottolinea che "sono quasi tre anni che il comparto è costretto
ad operare in una situazione di incertezza e precarietà, visto
che gli impegni assunti dal governo italiano nel 2021 rispetto
ad un piano alternativo per la crocieristica non sono finora
stati rispettati o implementati. Purtroppo - rileva Francesco
Galietti, direttore Clia Italia - una situazione provvisoria
rischia di diventare permanente e questo penalizza l'intero
settore del turismo crocieristico. Agire senza certezza di quale
sarà la situazione nei prossimi anni mette a rischio la presenza
delle crociere a Venezia".
"Al momento solo due compagnie hanno deciso di confermare i
loro scali - prosegue - ma se gli impegni non dovessero essere
rispettati non è escluso che lascino per sempre la città. Questo
vorrebbe dire sia perdere lo status di homeport da parte di
Venezia, cioè di porto capolinea, sia un calo strutturale del
traffico crocieristico e quindi del turismo in tutto
l'Adriatico. L'attuale mancanza di certezze ha indotto molti
armatori a dirottare le proprie navi su altri scali e altri
Paesi".
"Le compagnie - spiega ancora - hanno sempre ribadito, ben
prima del 2021, di essere favorevoli a non transitare più dalla
Giudecca e hanno chiesto con convinzione la predisposizione di
una soluzione alternativa, ma finora non è stato avviato nessun
confronto concreto. Le crociere rappresentano meno del 2% del
traffico in laguna, ma sono il settore tecnologicamente più
avanzato e innovativo del comparto marittimo. Anche per questo -
conclude Galietti - possono fornire un contributo importante a
sviluppare soluzioni che siano contemporaneamente in grado di
preservare l' ecosistema lagunare e lo sviluppo economico
sostenibile della città. Inoltre mettere in discussione la
permanenza delle crociere a Venezia equivale a mettere in
discussione anche l'intera esistenza della portualità
veneziana".
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