Gli artisti italiani della 60.
Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia? La
gran parte va cercata soprattutto all'estero: in Brasile, Perù,
Argentina. Sono i figli di quella "diaspora", di prima o seconda
generazione, che il brasiliano Adriano Pedrosa, primo curatore
sudamericano della Biennale d'Arte, ha voluto come sezione della
mostra che nel titolo riassume la sua essenza: "Stranieri
Ovunque - Foreigners Everywhere", in programma dal 20 aprile al
24 novembre, ai Giardini e all'Arsenale e Forte Marghera.
"L'espressione Stranieri Ovunque - ha spiegato - ha più di un
significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e
ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri:
sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere
dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente
stranieri". Pedrosa ha presentato le linee guida della mostra -
331 gli artisti presenti suddivisi in due nuclei "Contemporaneo"
e "Storico" con sotto sezioni - nel corso di una conferenza
stampa aperta dal saluto del presidente Roberto Cicutto al suo
successore, Pietrangelo Buttafuoco, presente in sala,
all'insegna "di un cambio di testimone", di "assoluta
collaborazione". Se le origini del titolo vanno ricercate da una
serie di lavori del collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e
con sede a Palermo, il curatore ha ricordato che l'espressione a
sua volta è stata presa da un collettivo torinese che "nei primi
anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in
Italia". Da qui il passo è apparso breve per inquadrare una
esposizione che "sarà la celebrazione dello straniero, del
lontano, dell'outsider, del queer e dell'indigeno".
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