Il Tempio Ionico di Siracusa, noto
anche come Artemision secondo l'ipotesi che lo identifica come
il tempio di Artemide/Diana, descritto da Cicerone nelle sue
orazioni contro Verre, torna visitabile con rinnovati servizi di
fruizione per il pubblico, gestiti da Civita Sicilia e
dall'Associazione Proodo. L'area, che si estende al di sotto del
Palazzo di Città (Palazzo Vermexio) tra piazza Minerva e piazza
Duomo, è un tassello del mosaico architettonico, storico e
archeologico che compone l'acropoli della città antica,
collocata in corrispondenza del punto topograficamente più alto
dell'isola di Ortigia. Questo tassello è, a sua volta, composto
da ulteriori frammenti che, attraverso millenni di storia si
materializzano nei resti e nelle strutture che il visitatore
incontra nel percorso di visita: dalle capanne del villaggio che
sorgeva in Ortigia nell'età del Bronzo, alle case arcaiche dei
primi coloni fondatori della città, al tempio - precedente al
tempio di Atena, oggi chiesa cattedrale - fino alla medievale
chiesa di San Sebastianello e al moderno padiglione
architettonico, vincitore del Premio Medaglia d'Oro
all'Architettura Italiana in occasione della triennale di Milano
2012. Il percorso di visita è stato arricchito di elementi che,
con la leggerezza di pannelli trasparenti, aiutano il visitatore
a leggere i resti e le strutture che osserva, lo orientano e lo
informano. Nella riprogettazione, particolare attenzione è stata
posta all'accessibilità fisica e alle informazioni da parte
degli utenti con disabilità. L'audioguida che accompagna i
visitatori è disponibile anche in lingua inglese e sostituita da
QR code che rimandano a testi scritti per i non udenti. Nel
corso della visita si scoprono i nomi di coloro che hanno
contribuito a portare alla luce gli indizi che oggi ricompongono
la storia del sito e che hanno contribuito a renderlo oggi
fruibile e affascinante: da Paolo Orsi con le sue scoperte in
piazza Minerva agli inizi del Novecento, agli scavi di Gino
Vinicio Gentili e Paola Pelagatti, alle esplorazioni di Giuseppe
Voza nell'acropoli della città in piazza Duomo, alle ultime
scoperte di Lorenzo Guzzardi, fino al padiglione architettonico
di Vincenzo Latina.
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