Cagliari vista con gli occhi di
una "continentale", ligure di nascita, cagliaritana per scelta.
Avvocata, autrice, impegnata nel sociale, Claudia Rabellino
Becce, originaria di Savona, firma la destinazione Cagliari
inserita nella nuova collana di guide turistiche, edita da
Feltrinelli in collaborazione con Morellini. Ha sempre il
trolley appresso. Stazioni di treni e aeroporti le sono
familiari. "Nel mio essere un po' nomade Cagliari è l'unico
posto che mi fa sentire veramente a casa", svela all'ANSA.
Pronta a cogliere l'anima dei luoghi, bellezze visibili e
nascoste. "Una città da vivere all'aria aperta, tra passeggiate,
sport, pause pranzo al Poetto, la lunghissima spiaggia
costellata di chioschetti e locali, persino nei mesi invernali
nelle frequenti giornate di sole", aggiunge l'autrice. Sfata il
mito della Cagliari solo balneare, e guarda anche ai suoi
dintorni per scoprire le meraviglie archeologiche, gli scenari
naturalistici e di grande fascino o le vie dello zafferano.
Pagina dopo pagina affiora la città circondata dal mare e stagni
attraversati da fenicotteri rosa in volo e racchiusa tra i suoi
dieci colli. Una città dal carattere multiforme nella
stratificazione architettonica e storica e che "affonda le sue
radici nel neolitico antico", scrive Antonello Angioni nella
prefazione.
C'è la Cagliari che sorprende nel mini ritratto di Valentina
Ragazzo, quella sotterranea che affiora dal racconto di
Marcello Polastri, la città in giallo dei romanzi di Maria
Francesca Chiappe. Rabellino Becce traccia lo skyline disegnato
dalla Sella del diavolo, il promontorio al centro del Golfo
degli Angeli. Ancora i profili marcati dalle architetture della
chiesa di Bonaria, il Bastione di Saint Remy, le antiche mura
del quartiere di Castello, con le sue torri e i palazzi
nobiliari. Un racconto a 360 gradi corredato da suggerimenti,
informazioni, su appuntamenti di musica, teatro, mostre,
indirizzi, per una città pronta da vivere. E assaporare.
Da qui una lista per gustare la movida cagliaritana, come
suggerisce Nicola Montixi, i prodotti da non perdere e portarsi
a casa come ghiotti souvenir, elencati da Cristina Mamusa, gli
itinerari del "fine dining", o della Cagliari a tavola verace
raccontata da Mariagrazia Marilotti. "Per strada, nei bistrot,
sul bus, in spiaggia, possono essere carpiti modi di dire:
"togo", "eja, "fa" - aggiunge Rabellino Becce. Espressioni
racchiuse col loro significato in un glossarietto. "Impararlo -
conclude l'autrice - aiuta a entrare in sintonia con la città e
a sentirsi più viaggiatori e meno turisti".
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