Un museo rinnovato che propone storia
e futuro. Perché il museo diocesano di Otranto, in provincia di
Lecce, si prepara a riabbracciare i visitatori che dal prossimo
21 giugno potranno lasciarsi conquistare da dipinti e volumi
dall'immenso valore storico e culturale. Fino ad allora, curiosi
e appassionati potranno sbriciare le bellezze dei beni
ecclesiastici tramite clic. L'arcidiocesi di Otranto ha infatti
rimesso a nuovo sito e profilo social per "trasformare in carne
e ossa amici virtuali", ha spiegato l'arcivescovo monsignor
Francesco Neri nel corso della conferenza stampa di
presentazione delle novità culturali e comunicative relative ai
tesori che sono custoditi nei beni ecclesiastici.
Reperti e frammenti della Chiesa idruntina sono ospitati nel
palazzo Lopez, che si trova a pochi passi dalla cattedrale. Lì,
distribuiti su tre piani, accessibili anche ai diversamente
abili, si trovano colonne tortili, dipinti di pregio come
l'opera dedicata a san Michele Arcangelo di fra Angelo da
Copertino e le cinquecentine, custodite nella biblioteca
diocesana e ora esposte nel museo. Il digitale diventa così un
mezzo per diffondere storia e testimonianza. E lo fa con tre
piattaforme. La prima è dedicata alle attività dell'arcidiocesi
con quattro aree tematiche - fede, mondo, cultura e persona - e
un costante aggiornamento di notizie sulle iniziative diocesane
che intendono "dare vita a un ecosistema che valorizzi le
diverse realtà della comunità pastorale", ha chiarito Vincenzo
Corrado, responsabile comunicazione della Conferenza episcopale
italiana. La seconda piattaforma è relativa al pavimento della
cattedrale che viene raccontato con immagini e schede che
offrono a chi naviga tra i tesori artistici, emozioni e
bellezza. La terza piattaforma si chiama Mabo, acronimo di
museo, archivio biblioteca, e valorizza il patrimonio culturale
ecclesiastico. "I mezzi di comunicazione non sono fini a se
stessi ma servono stabilire contatti tra le persone- ha
continuano l'arcivescovo - i Padri della chiesa ringraziavano le
strade costruite dall'Impero romano perché permettevano anche la
diffusione del Vangelo. Oggi le strade sono quelle del web e dei
social. Ci inseriamo in questo flusso per inserirci nel
linguaggio della società contemporanea".
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