Riflettere sul significato del
Risorgimento nel nostro paese, su come interpretarne le storie e
i personaggi in una chiave attuale. Nasce con questo obiettivo
la mostra 'Rileggere il Risorgimento. Torino/Italia: 1884-2024'
che ha ottenuto la medaglia del Presidente della Repubblica.
"Non è una mostra per addetti ai lavori, ma ha un taglio
divulgativo con un allestimento multimediale interattivo. Un
piccolo grande esperimento nazionale al quale hanno partecipato
numerose istituzioni italiane" spiega Bollo, direttore del Museo
Nazionale del Risorgimento Italiano e curatore della mostra con
Silvia Cavicchioli e Daniela Orta.
L'esposizione, fino al 16 febbraio 2025, vuole ricordare,
a 140 anni dall'evento, il primo allestimento del Museo: il
Tempio del Risorgimento all'interno dell'Esposizione Generale
Italiana del 1884 nel Parco del Valentino, un allestimento
provvisorio, ma di respiro nazionale, preludio della successiva
costituzione, nel 1901, del Museo. "L'Esposizione del 1884
richiamò in città più di tre milioni di visitatori proponendo
Torino, non più capitale, in un nuovo ruolo trainante, come
fucina di idee e iniziative imprenditoriali" ricorda il
presidente del Museo Luisa Papotti.
Nel Corridoio Monumentale della Camera Italiana trovano
così spazio oltre 50 cimeli, alcuni molto iconici, provenienti
dalle istituzioni che studiano e curano il Risorgimento in
Italia, da Catanzaro, Palermo e Napoli a Milano, Brescia, Udine,
Genova, Bologna e Santena: dipinti, oggetti - come l'imponente
campana che suonò durante le Cinque Giornate di Milano, la
pistola di Tito Speri, la chitarra di Giuseppe Mazzini o le
pantofole di Garibaldi - e una selezione di spezzoni di film, a
cura del Museo Nazionale del Cinema, che rimanda invece
all'immaginario di celluloide. Ogni postazione ha una cornetta
del telefono attraverso la quale parlano attori del Teatro
Stabile. Una mostra animata anche da enormi lavagne con domande
alle quali i visitatori sono invitati a rispondere attaccando
adesivi che corrispondono a parole chiave. Previsti anche cinque
incontri pubblici con divulgatori e storici, tra i quali Gianni
Oliva e Alessandro Barbero.
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