"Per l'Appennino italiano si
attende la fine di della stagione invernale per mettere in
archivio uno dei periodi più negativi della storia": a dirlo è
Andrea Formento, presidente Federfuni Italia, che raccoglie i
gestori di impianti di risalita, commentando l'andamento
climatico e quindi turistico, nei mesi a cavallo tra il 2023 e
il 2024, in vista del tavolo per lo sviluppo della montagna
appenninica presso il Ministero del Turismo il prossimo 7 marzo.
Formento parla di "una delle stagioni più incerte di sempre
da un punto di vista meteorologico, che ha visto ancora una
volta la montagna italiana registrare due andamenti in netta
antitesi tra loro: se il versante alpino può ritenersi
soddisfatto" per le presenze, "lo stesso non può dirsi per il
versante appenninico"
"Al netto dell'andamento discordante, anche questa stagione
ha dimostrato come il complesso turistico della montagna
italiana, grazie alla tecnologia, agli investimenti, alla
caparbietà degli imprenditori e alla visione positiva della
politica locale, regionale e nazionale sia in grado di reggere
il peso del cambiamento climatico, del quale non possiamo e non
vogliamo disconoscere l'esistenza", aggiunge Formento.
La montagna ha retto grazie anche ai "250 milioni di euro"
stanziati dal Ministero del Turismo per gli impianti di risalita
e gli adeguamenti infrastrutturali e alle "azioni di
pianificazione e promozione in chiave di sostenibilità". Ma
"l'aspetto critico che riguarda l'impossibilità di sostituire il
prodotto neve, naturale o programmato che sia, deve essere
interpretato come un'opportunità strategica di sviluppo e
diversificazione, anche in ottica di destagionalizzare", di
passare da "un modello stagionale-polarizzato a uno
multi-asset", come prevede il Piano Strategico del Turismo
2023-2027. Significa anche "discostarsi dall'idea di nascondersi
dietro al cambiamento climatico come giustificazione per non
affrontare il problema, lasciando che la montagna muoia, e, con
essa, l'economia legata alla neve", evidenzia Formento,
ricordando che il sistema economico invernale "garantisce oltre
100mila posti di lavoro con un giro d'affari complessivo di
quasi 22 miliardi di euro". "Noi siamo convinti, e i dati di
quest'anno ce lo confermano - insiste -, che, pur nell'annata
più disgraziata di sempre, le 'finestre' di freddo siano una
caratteristica che contraddistinguerà anche il futuro delle
nostre montagne, ed è quindi necessario continuare nella
politica di sostegno agli investimenti negli impianti
d'innevamento programmato anche e soprattutto in Appennino". Ma
"è necessaria anche una politica di diversificazione
dell'offerta turistica. I nostri associati si sono
contraddistinti anche in investimenti che vanno oltre la parte
invernale: strutture per le bike, la sentieristica in quota e
strutture per le famiglie". "In questo modo - conclude - agiamo
contro la desertificazione della montagna, che ricopre il 58,2%
del territorio italiano e accoglie una popolazione di 14 milioni
di abitanti distribuiti in oltre 4.200 Comuni".
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