'La grafica di Cafiero Tuti
(1907-1958): da Strapaese al dopoguerra', a cura di Flaminio
Gualdoni e Francesco Mele, è la mostra ospitata dal 22 ottobre
all' 8 novembre alla Biblioteca Classense di Ravenna, con il
patrocinio dal Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università
di Bologna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
L'esposizione permetterà di riscoprire l'opera del maestro
empolese a partire dalla sua produzione grafica, considerata il
fil rouge che collega, all'interno della sua storia artistica,
esperienze assai diversificate, frutto di una pratica costante e
orgogliosamente legata ad un linguaggio diretto ed essenziale.
Nato nel clima artistico legato a Strapaese, dedicatosi a
forme più apertamente celebrative nell'ambito della produzione
musiva, con la mostra personale di incisioni alla Galleria
Sandri di Venezia nel 1949 Cafiero Tuti riannoda i fili di un
discorso intrapreso nell'immediato dopoguerra intorno a una
figurazione pacata, sostanziata di accenti lirici, che lo
accompagnerà fino agli ultimi anni di vita. La mostra raccoglie
circa quaranta opere grafiche realizzate tra il 1930 e il 1955:
incisioni, disegni, acquerelli, che hanno per soggetto la figura
e il paesaggio, e che registrano l'evolversi del linguaggio
segnico dell'artista e della sua maturazione. Il percorso
dell'autore attraversa i principali movimenti artistici del
Novecento, non abbandonando mai, tuttavia, il proprio legame con
la provincia. Non a caso la mostra si svolge proprio a Ravenna,
dove Tuti si trasferì a partire dagli anni Trenta e dove si
affermò come apprezzato docente di decorazione e direttore della
Scuola di Mosaico all'Accademia per oltre un ventennio
(1932-1958).
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