Prosegue dal 14 al 19 settembre la
terza edizione del Festival dei calanchi e delle argille
azzurre, organizzato dal Museo Carlo Zauli allo scopo di
valorizzare la zona geografica dei "calanchi delle argille
azzurre" - così definite da Leonardo da Vinci nel Codice Hammer
- compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme e
Castel Bolognese, nel Ravennate. Dopo le prime due settimane di
Festival, dal 20 giugno al 4 luglio, la rassegna propone ancora
una serie di appuntamenti en plein air all'interno dell'ampio
programma di mostre, laboratori e performance di arti visive,
teatro, danza, letture poetiche, concerti, allestimenti tra
architettura e design, degustazioni enogastronomiche, laboratori
di yoga e Bioginnastica, trekking culturali, incontri legati
alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo scuole, accademie,
corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali.
I calanchi sono ciò che resta dei fondali sabbiosi del mare
preistorico di milioni di anni fa e si strutturano come creste
ammantate di ginestra odorosa, di orchidee e di una specie che
cresce soltanto tra queste argille, l'artemisia cretacea: un
territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci
mozzafiato, argille pregiate, fonti di acqua termale, vigne e
coltivazioni di alto livello e che è oggetto di innumerevoli
narrazioni. In pochi km quadrati quest'area raccoglie meraviglie
naturalistiche e culturali, ed è fonte d'ispirazione per molti
artisti, in particolare per Carlo Zauli, tra i ceramisti
scultori più importanti del Novecento, che a queste terre dedicò
tanta parte del suo lavoro.
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