PAOLA TREPPO, MERETO DI TOMBA.
STORIA, ARTE E TRADIZIONI (Chiandetti Editore; 100 pag.; 15
euro) - Dai primi insediamenti stanziali in area mitteleuropea
all'arrivo dei romani, la convivenza con i Longobardi, il
Medioevo, le invasioni delle popolazioni balcaniche, il
patriarcato, la migrazione, le guerre - tante - i terremoti, le
inondazioni, le epidemie. Eppure, a dispetto dei tanti e
radicali cambiamenti, le genti non sono mai cambiate, o se lo
hanno fatto, non è stato veloce, perché la storia delle loro
terre e dei loro avi è sacra, così come lo è il loro ricordo. In
160 pagine corredate di numerose foto, la giornalista e
fotografa friulana Paola Treppo illustra un piccolo ma centrale
comune friulano, Mereto di Tomba (Udine).
Nomen omen, tra scritti e immagini, Treppo scopre la vita
sussurrata di minuscoli borghi lì dove sembra che non viva più
nessuno da tempo, dove invece insistono comunità forti,
laboriose e animate, appunto, da un silenzioso riserbo. Sono le
terre della venerabile Concetta Bertoli, classe 1908, colpita a
16 anni da una terribile e dolorosa malattia che la costrinse
all' immobilismo, miracolata in età adulta perché per breve
tempo recuperò la vista. Sono anche le terre degli antichi
abitanti del millenario castelliere di Savalons, della Tùmbare
tra le vigne di Tomba. Ovviamente, terre rurali e di fatica, di
profonda devozione popolare tra chiese votive e parrocchiali,
edicole votive e affreschi sui muri delle case. Quello della
Treppo è un itinerario da scoprire con lentezza e pazienza, e il
rispetto di chi si abbandona alle spalle l'ebbrezza caotica
della città entrando in una dimensione vicina ma quasi inedita
dal sapore del tempo passato. E' proprio per rendere questo
approccio più autentico che, tra passaggi sul riordino fondiario
e sulle attività di valorizzazione del territorio, il libro ha
pagine scritte nella difficile lingua friulana.
"È un libro che nasce dall'amore per il territorio, per il
Friuli, per le sue comunità - spiega l'autrice - A loro è
dedicato, e a tutti coloro che non vogliono perdere la
straordinaria storia del loro passato".
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