Il futuro del turismo non si traduce solo ed esclusivamente "in quel turismo fortemente orientato alla standardizzazione" e nel cosiddetto "overtourism". Accanto ad esso, infatti, c'è una domanda di turismo "egoisticizzata", vale a dire, di quel turista e di quel viaggiatore alla ricerca dello spirito del luogo, fuori dagli standard: un 'turismo non turistico', di chi è interessato a località e siti dove altri non sono andati e ad esperienze che altri non hanno vissuto.
"Questo segmento di offerta turistica presuppone necessariamente l'autenticità dei luoghi, di persone e vite reali" ed è anche in ragione di questa differenziazione della domanda e offerta turistica che il professor Fabio Massimo Lo Verde, titolare della cattedra di Scienze economiche aziendali e Statistiche presso l'Università degli Studi di Palermo e membro dell'Associazione Italiana di Sociologia, propende per l'idea che le nostre città non siano condannate a diventare "luna park" ad uso esclusivo dei visitatori.
Anzi. Per il docente che studia questi fenomeni la ricerca di autenticità, di vita reale e di turismi non standardizzati farà da freno, anche nei contesti urbani, al rischio di svuotamento dei nostri centri.
Per il professor Lo Verde siamo immersi in una "dinamica in cui possiamo parlare non tanto di reversibilità o irreversibilità rispetto alle caratteristiche delle nostre città, ma piuttosto di un cambiamento in atto. Di una trasformazione il cui esito non è scontato, ma in divenire".
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