Il Museo della Filosofia
dell'Università degli Studi di Milano apre una nuova mostra
interattiva su complottismo, fake news e altre trappole mentali.
La mostra è a ingresso gratuito ed è visitabile dal 5 al 22
febbraio 2024. L'obiettivo è rendere accessibili a tutti i
meccanismi cognitivi, sociali e culturali alla base della
diffusione di teorie del complotto e fake-news. Nel corso della
presentazione della mostra è stata annunciata anche la prossima
apertura permanente del Museo della Filosofia che sarà
localizzata nel nuovo campus umanistico di Città Studi,
attualmente in via di realizzazione.
"L'origine del Museo della Filosofia affonda le sue radici in
una disciplina che da sempre ha a che fare con il fare domande e
trovare delle risposte e che non è legata allo scorrere del
tempo - ha osservato Elio Franzini rettore dell'ateneo -, una
buona filosofia si interessa di temi attuali e offre gli
strumenti per interpretarli. Da questo spunto sono nate le nuove
stanze" del museo "dedicate alla filosofia dell'informazione e
della disinformazione".
Il Museo "è un progetto unico al mondo nato da un'intuizione
altrettanto unica, applicare gli strumenti dell'esposizione e
della divulgazione tecnico scientifica alla riflessione
filosofica", ha continuato l'assessore milanese al Bilancio
Emmanuel Conte. Partendo dalla convinzione che, una volta che la
disinformazione prende piede è estremamente difficile da
sradicare, e dunque prevenirla è più facile che curarla, i
curatori hanno organizzato la mostra articolandola in diverse
attività: come ad esempio una serie di cartoni animati per
spiegare le radici psicologiche e sociali del complottismo,
scritti da studiosi di disinformazione e illustrati dallo studio
grafico "Squideo".
"La mostra mette in primo piano un compito cruciale della
filosofia, che spesso ora è troppo poco considerato nel
dibattito pubblico: la demistificazione. Per amore della verità
la filosofia deve anzitutto fornirci tecniche con cui evitare di
cadere nell'errore, in particolare nell'errore malizioso", ha
concluso il vicedirettore del Dipartimento di Filosofia Stefano
Bacin.
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