(di Gina Di Meo)
Il rifugio segreto di Anna Frank
ad Amsterdam è stato ricreato per la prima volta in assoluto, al
di fuori dell'Olanda, a New York. In occasione del Giorno della
memoria, il 27 gennaio e anche in concomitanza dell'80/o
anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, il 23
gennaio, il Center for Jewish History a Manhattan presenta,
'Anne Frank The Exhibition' (27 gennaio - 30 aprile 2025), una
mostra che ricrea il contesto che ha plasmato la vita di Anna
Frank dai primi anni a Francoforte in Germania fino all'ascesa
del Nazismo e la famiglia costretta a trasferirsi ad Amsterdam
dal 1933 fino al 1944 con la sua morte nel campo di
concentramento a Bergen-Belsen.
Creata da Ronald Leopold, direttore della casa di Anna Frank
di Amsterdam, e Tom Brink, a capo della divisione pubblicazioni
e presentazioni del museo, Anne Frank The Exhibition è senza
precedenti perché ricrea, su una superficie di quasi 700 mq,
l'annex a grandezza naturale e arredato allo stesso modo in cui
lo sarebbe stato ai tempi in cui la famiglia Frank fu costretta
a nascondersi per due anni con altre quattro persone. Il
percorso della mostra è un'immersione totale nella vita di Anna
che, con il diario ricevuto in regalo per il suo 13/o compleanno
quando ancora non viveva nel nascondiglio, documenta poi in modo
dettagliato gli anni della clandestinità. C'è la sua stanza da
letto con la scrivania dove appunto scrisse il suo famoso
diario, la sala da pranzo, la libreria che nascondeva l'ingresso
al rifugio. Tra gli oggetti inoltre, alcuni dei quali non sono
mai stati mostrati al pubblico, un quaderno con delle sue
poesie, un album di foto di classe di Anna, ma anche il baule
che Otto Frank usò per il suo viaggio in Usa, pezzi di
arredamento della casa a Francoforte, argenteria, piatti. Ci
sono anche centinaia di copie in diverse lingue del diario,
segno dell'influenza che ha avuto nel mondo negli anni
successivi. Presente anche una statuina di un Oscar, dal film
'Il diario di Anna Frank' del 1959 diretto da George Stevens.
Le pagine di quel diario prendono vita camminando da una
stanza all'altra, viene spontaneo immaginare Anna intenta a
scrivere i suoi pensieri, le sue paure ma anche momenti in cui
cerca di essere solo un'adolescente. Come ha spiegato Leopold,
la mostra non vuole presentare Anna e la famiglia solo come
delle vittime ma è anche una celebrazione di quella che era la
loro vita prima dell'inizio della persecuzione nazista. Ci sono
infatti anche gli anni a Marbachweg a Francoforte, il periodo
per loro più bello e più prospero.
"Questa mostra - ha spiegato Leopold - è stata concepita per
un pubblico che non può recarsi ad Amsterdam ma anche per chi
non riesce ad ottenere I biglietti per visitare il rifugio
originale. Ha tuttavia anche l'obiettivo di educare le nuove
generazioni, di far conoscere ciò che ha portato alla nascita
dell'antisemitismo e naturalmente vuole mostrare Anna come un
simbolo di resilienza. Il suo diario è stato tradotto in quasi
70 lingue e resta uno dei libri più letti al mondo".
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