BEDA ROMANO, DAL BALTICO AL MAR NERO
(IL MULINO, PP. 272, EURO 17) Beda Romano, giornalista e
scrittore, in Dal Baltico al Mar Nero, illustra storia, arte e
cultura di Slovenia, Croazia, Lettonia, Lituania, Estonia,
Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania,
Bulgaria, undici paesi dell'Europa centro-orientale. Il volume
non è una guida turistica, né un saggio politico né una
monografia storica. L'intento del libro è spiegato dall'autore
nella premessa: "Offrire nuove prospettive, proporre nuove
chiavi di lettura e forse anche smentire qualche pregiudizio" e
cita un pensiero del filosofo francese Hippolyte Taine: "Si
viaggia per cambiare non il luogo, ma le nostre idee".
Uno dei protagonisti del racconto è il Danubio che a Budapest si
manifesta "maestoso e imponente", "incute rispetto, se non
addirittura timore. Il corso d'acqua scorre veloce a fior di
argine, domina la città, più che esserne dominata. In alcuni
punti, è largo fino a 600 metri", scrive Beda Romano che traccia
un ritratto della capitale ungherese:"Budapest è tappezzata di
targhe, lapidi e altre scritte. Non c'è facciata di palazzo o
stipite di portone che non abbia un qualche cartello per
segnalare che nell'edificio ha vissuto una persona di cui
conservare accuratamente il ricordo: scrittori, musicisti,
pittori, scultori, scienziati, funzionari pubblici, dirigenti
d'impresa o leader politici. Non c'è paragone con nessun'altra
capitale europea".
Nel capitolo dedicato a Praga, si parla di un cittadino
illustre, Franz Kafka; la città è "puntellata di ricordi dello
scrittore: la casa natale, l'abitazione della gioventù, alcune
statue e una stele nel nuovo cimitero ebraico della città",
riporta Romano e accenna agli scritti meno conosciuti di Kafka:
i diari, che si presentano pieni di aforismi, dialoghi
interiori, bozze di lettere, disegni, dubbi, abbozzi di storie,
scene di vita familiare, sogni, scarabocchi: "In fondo, il
diario incompleto e sconclusionato di Franz Kafka è il riflesso
della sua visione dell'esistenza: contraddittoria, misteriosa,
angosciante ma anche ironica", commenta Beda Romano.
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