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100 anni vicini e lontani, un secolo di radio

100 anni vicini e lontani, un secolo di radio

A Rieti voci, notizie e musica, tra tecnologia e design

RIETI, 21 gennaio 2025, 13:05

Redazione ANSA

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(di Marzia Apice) Il microfono di Guglielmo Marconi e quello ad acqua ideato nel 1907 da Quirino Maiorana, la radio a galena e la Radio Balilla, ma anche la camera dei sensi, dove melodie, voci e audio originali proiettano il visitatore a piazza Venezia, tra la folla che il 10 giugno 1940 ascoltò dalla viva voce di Mussolini la notizia che l'Italia era in guerra, fino alle radio da comodino e alle autoradio. E' un percorso immersivo e accattivante, tra tecnologia e design, quello proposto dalla mostra "100 anni vicini e lontani", ideata e curata da Stefano Pozzovivo per la Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti nel centralissimo Palazzo Dosi Delfini.
    Concepita per celebrare il primo secolo di vita della radio e allestita fino al 26 gennaio, l'esposizione non è solo un omaggio, ma rappresenta soprattutto una testimonianza della vitalità di un medium che non invecchia mai, tanto è capace di spalancare le porte dell'immaginazione e di raccontare con immediatezza i fatti salienti avvenuti nel nostro Paese, accompagnando le evoluzioni storiche, politiche, culturali e del costume. Oltre 200 i pezzi esposti, in un percorso (l'allestimento è progettato e curato dall'architetta Patrizia Palenga) articolato non necessariamente in ordine cronologico ma per connessioni tematiche e suggestioni, anche sensoriali.
    "La radio ha attraversato la storia italiana entrando nelle case, accendendo le piazze - spiega all'ANSA il curatore Stefano Pozzovivo, voce storica di Radio Subasio, con una quarantennale carriera radiofonica alle spalle iniziata nelle radio libere - La nostra mostra ne racconta l'evoluzione tecnologica, ripropone cronache, trasmissioni e voci che sono rimaste nella memoria collettiva del Paese, presentando la radio nelle sue forme più iconiche". Tra esperienze che spaziano nei 5 sensi (ma una menzione di merito va al corredo audio, una carrellata di musiche, programmi, documenti storici originali e pubblicità, che cambia di stanza in stanza) e "chicche" imperdibili, come l'incredibile modello di radio cubo Brionvega grande abbastanza da poterci entrare dentro e abbandonarsi su una comoda poltrona per un ascolto immersivo, non stupisce che la mostra sia riuscita a intercettare anche il pubblico dei più giovani, catturandone l'interesse. "Un aspetto sorprendente è stata la partecipazione trasversale di tutte le fasce d'età - prosegue Pozzovivo, che ha costruito il progetto avvalendosi di un Comitato scientifico d'eccezione, presieduto dal professor Enrico Menduni, e della collaborazione della grande rete AIRE dei collezionisti guidata da Carlo Pria e Umberto Alunni, a cui si deve il numero e il pregio dei pezzi in mostra - Eravamo convinti all'inizio che avremmo attratto il pubblico più avanti con gli anni, che poteva ritrovare scampoli di vita vissuta, e invece ci hanno sorpreso i più giovani, che hanno un'idea smaterializzata della radio, quella che ascoltano la mattina quando vengono accompagnati a scuola dai loro genitori. E invece proprio loro sono rimasti affascinati dalle forme e dalla magia della radio, e ci siamo ritrovati nei fine settimana gli stessi bambini che avevano visitato la mostra in qualità di studenti accompagnati dai genitori".
   

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